SIMONA BALLATORE
Cronaca

Brera, l’occupazione vira in serrata: ferito il vicepreside. Poi l’armistizio

Porte chiuse col lucchetto: 40 studenti dentro, 900 (più i prof) fuori.

di Simona Ballatore

Suona la prima campanella nella succursale dell’artistico Brera, in via Papa Gregorio XIV: c’è aria di occupazione, i primi quaranta studenti virano verso il cortile e qualcuno blocca l’accesso alle aule. A quel punto è la preside Emilia Ametrano a chiudere il Brera a doppia mandata: dentro restano i quaranta, aggrappati al cancello col megafono in mano, fuori gli altri 900. Sale la tensione, c’è chi preme alle porte per entrare e chi per uscire, il vicepreside cade a terra, picchiando la testa. "Trauma cranico e lombare": reciterà il referto medico. Mentre arrivano ambulanza e digos, si comincia a trattare per l’occupazione numero 16 di Milano. Che sfuma al Brera, ma che va a segno dall’altro lato della città: all’istituto Pasolini di via Leonardo Bistolfi, zona Ortica.

Esce una ragazza da via Papa Gregorio con le mani al collo: "Il bidello mi stava strozzando". Alcuni liceali cercano di aggirare i cancelli e di fare irruzione dal tecnico Cattaneo. Che sbarra le porte e chiama i carabinieri. Gli studenti rimasti dentro denunciano di essere "sequestrati", chi chiede di uscire viene accompagnato alla porta da un’uscita secondaria. In tutto questo, anche i prof restano fuori. Serrata al Brera, con compromesso finale: si firma l’armistizio e alle 16 anche chi è rimasto a presidiare la piazza si allontana. "Le ’piattaforme’ che ci hanno portato, con le rivendicazioni, non hanno senso da noi – dice ferma la preside –, abbiamo due psicologhe, il team contro il bullismo e il cyberbullismo. Abbiamo anche la carriera “Alias“, siamo sensibili alle tematiche sollevate dagli studenti. I Pcto (ex alternanza scuola-lavoro) funzionano, li fanno alla Triennale, in progetti artistici unici, nulla di paragonabile alle 50 ore gratis in oratorio. I ragazzi mi hanno chiesto di prendere posizione, ma non è mio compito: io sono un funzionario statale". E ha chiuso col lucchetto i cancelli. "L’ho fatto a tutela dei ragazzi, soprattutto dei più piccoli, e per difendere la scuola dal marasma e altre irruzioni", risponde la dirigente, che si è presentata davanti a un gruppo di ragazzi coi documenti in mano: "La scuola è stata rimessa a nuovo. Non ho il potere di vietare un’occupazione, ma abbiamo trovato un accordo", spiega Ametrano, mentre l’occupazione vira verso l’autogestione.

"Hanno chiesto cinque giorni, ne parlerò con i docenti, anche perché le vacanze di Pasqua e gli esami di Stato sono imminenti: non so se tutti gli studenti sono d’accordo a fermarsi una settimana. L’idea è quella di far decidere alle classi", continua la dirigente. Si farà anche la Settimana dell’Arte, sospesa da quattro anni. Intanto gli studenti che erano rimasti dentro "vengono rilasciati senza sanzioni", il vicepreside potrebbe far denuncia. Come ha fatto pure la studentessa. "I colleghi si sono messi intorno al vicepreside per evitare lo filmassero lì a terra, come invece hanno fatto. Quando la ragazza ha denunciato il fatto c’era la polizia presente: sarebbe intervenuta se fosse successo – ribatte la preside –. Ma ora ripartiamo dall’accordo: ciascuno ha preso i suoi impegni, sono usciti tranquilli, lasciando il cortile intonso. Il dialogo con i professori c’è, per questo non ci aspettavamo questa azione". Intanto i moti studenteschi (17 i blitz a Milano da gennaio a oggi) proseguono: al Pasolini i ragazzi hanno intenzione di restare fino a venerdì, giorno e notte, mentre qualche compagno sceglie di far lezione. "Sono stati irremovibili – spiega la preside Ornella Campana –: ci stiamo organizzando perché qualcuno resti sempre qui a vigilare".

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