Trenord, bottigliate al capotreno fuori servizio: “Basta, in divisa solo durante il turno”

Aggressione scattata per vendetta alla stazione di Dateo, il malcapitato aveva ancora l’abito aziendale. L’Orsa: ora si diano ai lavoratori il tempo e gli spogliatoi per potersi cambiare prima e dopo i turni

Dal 2017 i sindacati chiedono di includere il tempo del cambio nell’orario di lavoro

Dal 2017 i sindacati chiedono di includere il tempo del cambio nell’orario di lavoro

Milano – Al primo punto della lettera inviata a Trenord e agli assessori regionali Franco Lucente (Trasporti) e Romano La Russa (Sicurezza) c’è la tutela della sicurezza del personale viaggiante dell’azienda ferroviaria lombarda. Non un problema nuovo, purtroppo, quello sollevato da Luca Beccalli, segretario regionale del sindacato Orsa. Anzi, si tratta di un problema ricorrente, proprio come la promessa di una maggiore presenza delle forze dell’ordine a bordo dei treni regionali e nelle stazioni.

Meno dibattute sono, però, la fattispecie e la richiesta sulle quali si focalizza l’Orsa nella sua missiva: che Trenord si decida a concedere a capitreno, controllori e macchinisti non solo il tempo ma anche un maggior numero di spogliatoi in modo che possano indossare la divisa esclusivamente durante l’orario di lavoro, senza doverla indossare già prima del turno, lungo il tragitto per raggiungere il posto di lavoro, e immediatamente dopo, lungo il tragitto di ritorno. Perché questa richiesta? Perché viaggiare in divisa sulle linee e tra le stazioni di Trenord può essere pericoloso per l’incolumità dei dipendenti, quindi meglio farlo solo quando strettamente necessario.

Nella lettera , l’Orsa denuncia quanto avvenuto il 22 gennaio nella stazione milanese di Dateo, una delle stazioni del passante ferroviario: "Un capotreno di Trenord fa sapere Beccalli – è stato colpito con una bottiglia da un passeggero mentre era fuori servizio. Secondo quanto accertato, l’aggressore aveva avuto un diverbio col capotreno di un altro convoglio e ha scelto di vendicarsi colpendo il primo dipendente di Trenord che ha incontrato".

Da qui la riproposizione di una questione che, sebbene poco dibattuta, l’Orsa rimarca dal 2017: "L’aggressione si sarebbe potuta evitare se Trenord, come da noi richiesto, avesse acconsentito ad includere nell’orario di lavoro anche i pochi minuti necessari ad indossare e a smettere la divisa prima e dopo il turno e se si fosse decisa ad aumentare e adeguare gli spogliatoi per il proprio personale nei depositi e nelle stazioni – sottolinea Beccalli –. Oggi il dipendente è obbligato a presentarsi sul posto di lavoro già in divisa, non gli è concesso alcun tempo per cambiarsi. Ma episodi come quello del 22 gennaio, insieme ad altri, dimostrano che girare con la difvisa di Trenord può non essere sicuro per l’incolumità del lavoratore".

Nella lettera la segreteria regionale dell’Orsa definisce inaccettabile "la decisione di Trenord di non riconoscere nell’immediato, seppure come azione mitigativa, tutti gli elementi utili ad indossare e svestirsi della divisa aziendale sia in termini temporali che logistici" e chiede "quali strumenti Trenord intenda mettere a disposizione dei lavoratori front-line e quali indicazioni verranno date per ovviare agli incresciosi atti che ancora una volta vedono come vittime dei dipendenti, in questo caso un capotreno".

"Date le numerose segnalazioni pervenute da parte del personale, riguardanti le forti criticità comprendenti l’argomento della sicurezza sui luoghi di lavoro e viste le mancate disposizioni di idonei locali di riposo e refezione nelle numerose soste previste nel turno di lavoro di Trenord, si chiede – infine – un incontro riguardante i seguenti punti: sicurezza a bordo treno;  situazione e dislocazione delle sale-sosta e degli spogliatoi sul territorio; sicurezza negli ambienti di lavoro, vale a dire: locomotori, vetture, stazioni". Fino a ieri sera non erano giunte risposte né dalla dirigenza di Trenord né dai due assessorati regionali ai quali si è rivolta la segreteria lombarda dell’Orsa, quello ai Trasporti, retto da Lucente, e quello alla Sicurezza, retto da Romano La Russa. "Chiediamo tempi e locali adeguati" ribadisce, da parte sua, Beccalli.

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