Tetti verdi per il Bosco Verticale di periferia

Regione e Aler puntano al superbonus per riqualificare le torri di via Russoli secondo il progetto messo a punto da “Rice House“ con gli inquilini

Il rendering mostra il futuro dell'area

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Milano - Dieci anni fa sono stati spogliati delle facciate esterne perché contenevano amianto. E da allora sono rimasti così: spogli ed esposti al freddo, alla pioggia, alle intemperie. Si tratta dei quattro palazzi popolari che affacciano su via Franco Russoli, dal civico 14 al civico 20, alla periferia sud-ovest della città, a pochi passi dalla stazione Romolo della Metropolitana 2. Palazzi Aler, palazzi che Aler, in questi anni, non ha provveduto a coprire di nuove facciate perché le ristrettezze economiche in cui si dibatte da anni l’azienda lombarda dell’edilizia pubblica hanno imposto altre priorità. Ora, però, si intravede una luce in fondo al tunnel. E che luce! Quelli di via Russoli potrebbero diventare i primi palazzi popolari ad essere rivestiti di facciate realizzate con scarti del riso e materiali esclusivamente naturali, i primi palazzi popolari ad ospitare sui tetti non solo pannelli solari per l’acqua calda ma anche piccoli alberi, orti e giardini condivisi. Dove ieri c’era l’amianto, domani potrebbe farsi largo un progetto di riqualificazione unico ed innovativo, sotto alcuni aspetti paragonabile al “Bosco Verticale“, ma in periferia stavolta.

Per trasporlo dalla carta millimetrata alla reatà occorrono circa 12 milioni di euro ma ora, a differenza degli anni scorsi, c’è uno strumento che può consentire di ovviare alla carenza di fondi e che impone, dettaglio non secondario, che i lavori siano ultimati entro il 31 dicembre 2023: si tratta del superbonus 110% per la riqualificazione energetica degli edifici varato nel 2020 dal Governo con il Decreto Rilancio. Ieri Tiziana Monterisi, l’architetto che ha firmato il progetto di riqualificazione e cofondatrice di “Rice House“, azienda specializzata nel costruire con gli scarti del riso, il comitato dell’autogestione di via Russoli, le rappresentanti dell’associazione “Coltivare la città“ e alcuni inquilini, hanno incontrato l’assessore regionale alla Casa, Alessandro Mattinzoli, e il presidente di Aler Milano, Angelo Sala. Un incontro nel quale Mattinzoli e Sala hanno confermato la volontà di candidare il progetto di riqualificazione di via Russoli tra i beneficiari del superbonus.

Un progetto nato dal basso nel 2015: decisiva è stata la collaborazione tra Monterisi e Tina Monaco, inquilina di via Russoli e fondatrice, insieme ad altre, dell’associazione “Coltivare la Città“. In questi 5 anni il progetto è rimasto sulla carta per mancanza di fondi. Poi è stata A2A, che fornisce energia ai palazzi di via Russoli, a farsi carico delle spese per lo studio di fattibilità e la progettazione preliminare, esecutiva e definitiva dell’intervento. Nel 2020, come detto, ecco la svolta: il superbonus. "Tutto il cappotto delle quattro torri e dei piani bassi sarà realizzato con scarti di riso provenienti dal Parco Agricolo Sud – conferma Monterisi –, un materiale naturale capace di isolare dal caldo in estate e dal freddo in inverno garantendo agli inquilini un beneficio fisico ma anche economico perché si ridurranno i consumi. Gli scarti di riso venivano usati 100-150 anni fa nella realizzazione delle cascine piemontesi e lombarde. Contestualmente i tetti saranno isolati e ricoperti da giardini con spazi comuni per il relax ed orti condivisi per le coltivazioni. Il verde serve inoltre per raffrescare durante l’estate, abbassare le temperature in quartiere e raccogliere e trattenere l’acqua piovana. Infine il fotovoltaico per l’acqua calda sanitaria. Tutto questo – conclude Monterisi – con un intervento a costo zero che non si ripercuoterà sugli affitti. Un intervento senza precedenti in un complesso residenziale popolare e in un complesso di queste dimensioni". "Candidiamo al superbonus un progetto unico sotto più punti di vista – conferma Mattinzoli –: saranno utilizzati materiali naturali al 100% e tutti made in Italy, ci sarà nuovo verde capace di mitigare il caldo e il freddo ma anche di stimolare la socialità. Un progetto che ha tutte le carte in regola per diventare un progetto pilota per il Paese. I tempi fortunamente sono vincolanti: entro la fine del 2023 deve essere concluso tutto". In via Russoli incrociano le dita e sperano che, dopo anni di attesa, sia la volta buona.

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