Bonus psicologo, beffa per i terapeuti: "Aiutiamo i pazienti ma non veniamo pagati"

Pietrantonio ha aderito al piano nato con il Covid, gli "sconti" dovrebbero essere reintegrati dall’Inps. L’Istituto attende i fondi dalle Regioni: "Intanto lavoriamo gratis"

Gianluca Pietrantonio, psicoterapeuta

Gianluca Pietrantonio, psicoterapeuta

Milano, 26 febbraio 2023 - Il bonus psicologo, istituito l’anno scorso dal Governo per sostenere le persone che durante la pandemia "hanno visto accrescere le condizioni di depressione e ansia", si sta rivelando una beffa per i professionisti che hanno aderito all’iniziativa. I ritardi nei pagamenti da parte dell’Inps di "fatture regolarmente inserite in piattaforma", infatti, hanno spinto il Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi (Cnop) a chiedere chiarimenti urgenti all’istituto previdenziale e al ministero della Salute, facendo emergere un’impasse dovuta a burocrazia e lentezze.

Niente pagamenti

Il risultato è una folla di professionisti che attende ancora di ricevere i soldi dovuti, in Lombardia e anche in altre regioni d’Italia. "L’anno scorso ho aderito al bonus psicologo anche perché mi sembrava un’iniziativa giusta per aiutare le persone bisognose di assistenza", spiega Gianluca Pietrantonio, psicoterapeuta milanese che si è attivato per far valere i propri diritti. "Ho iniziato a emettere fatture caricandole sulla piattaforma dell’Inps, come prevede la procedura – racconta – e ad oggi non ho ancora ricevuto alcun pagamento". Allo psicoterapeuta dovrebbero essere versati dall’Inps alcune centinaia di euro, corrispondenti alle somme “scontate“ finora, con diverse modulazioni, ai pazienti beneficiari del bonus. "Io di certo non interromperò le terapie – prosegue – perché stiamo parlando di persone in situazioni di disagio. Deve essere chiaro, però, che noi dobbiamo essere pagati, non possiamo lavorare gratis".

Il meccanismo e la beffa

Il meccanismo prevede l’assegnazione a chi ottiene il bonus di un codice, un voucher da utilizzare negli studi privati che aderiscono alla misura. Il professionista, dopo aver emesso le fatture per le sedute, deve chiedere all’Inps, sulla piattaforma dedicata, il rimborso della somma corrispondente al valore del voucher speso dal paziente. Ed è qui che il meccanismo si sarebbe inceppato. Dalla comunicazione del Cnop agli iscritti agli Ordini, attraverso un post sulla pagina Facebook, traspare la beffa: burocrazia, intoppi e un sovrapporsi di competenze avrebbero ritardato l’erogazione di risorse già stanziate.

La posizione dell'Inps

"L’Inps ha chiarito di poter provvedere al saldo delle fatture – scrive il Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi – solo dopo aver ricevuto dalle Regioni e Province autonome il trasferimento dei fondi ricevuti dalle Regioni stesse in dotazione relativamente al “Bonus” come previsto dalla normativa. Ad oggi, non tutte le amministrazioni regionali hanno provveduto ad effettuare tali trasferimenti a Inps. Inps ha dato garanzia che procederà nell’immediato al rimborso di tutte le fatture emesse per i pazienti inseriti nelle graduatorie delle Regioni/Province autonome per le quali il trasferimento delle risorse è completato. Procederà al saldo delle fatture inserite in piattaforma anche per le Regioni che abbiano provveduto al trasferimento anche solo parziale degli stanziamenti, nei limiti delle risorse disponibili. Il ministero della Salute – conclude la comunicazione – si attiverà per sollecitare con urgenza tutte le Regioni che non hanno ancora provveduto al trasferimento dei fondi ad Inps".

Ritardi e fondi

Un post che ha scatenato la reazione degli psicologi, che confermano i ritardi in Lombardia e in altre regioni, dal Piemonte alla Toscana. "È un mese che cerco di mettermi in contatto con qualcuno – scrive uno dei professionisti – non ho avuto il rimborso neppure delle fatture di dicembre". Alcuni definiscono la situazione "una barzelletta", altri minacciano di "bloccare immediatamente la prenotazione delle sedute". Sostengono di non aver ancora ricevuto un euro, nonostante lo stanziamento di 25 milioni da parte del Governo per il 2022 e la conferma della misura anche per il 2023 e il 2024, con la riduzione dei fondi (circa 13 milioni di euro per due anni) e l’incremento della soglia massima del contributo a 1.500 euro a persona sulla base dell’Isee.

Il bonus

L’anno scorso sono state 395mila le richieste a livello nazionale e 41mila, in tutto, i beneficiari. Solo una persona su nove, quindi, ha potuto usufruire del bonus. La richiesta di assistenza psicologica da parte delle persone, anche di fronte alla carenza di strutture pubbliche, è in aumento. Presto, però, se non si sbloccherà l’impasse sui pagamenti, potrebbe assottigliarsi la lista dei professionisti disponibili.

 

 

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