Tentata estorsione, il pm chiede 3 anni di carcere per l’ex calciatore Bombardini e due ultrà

Secondo l’accusa avrebbero minacciato un 59enne per farsi consegnare centomila euro

Davide Bombardini ai tempi del Bologna

Davide Bombardini ai tempi del Bologna

Milano – Accusati di tentata estorsione per aver preteso, con le minacce, centomila euro da un 59enne che poi li ha denunciati. Per l'ex calciatore Davide Bombardini, 49 anni, che nella sua carriera ha giocato per il Palermo, la Roma, l'Atalanta e il Bologna, e per Andrea Beretta, capo ultrà della curva nord dell'Inter il pm di Milano Leonardo Lesti ha chiesto condanne a tre anni di reclusione. Entrambi sono accusati davanti all'ottava penale, assieme a un altro ultrà, Claudio Morra, per il quale il pm ha chiesto 3 anni. 

L'ex centrocampista, ora imprenditore, secondo l'accusa, avrebbe provato a ottenere da una persona in modo illecito e con minacce 100mila euro. Stando all'imputazione, i tre, assieme ad una persona “rimasta ignota”, avrebbero tentato di costringere “con minaccia” la presunta vittima “a consegnare dapprima a Bombardini”, poi a Beretta e Morra, “la somma di 100mila euro”. E ciò malgrado, aveva scritto il pm, il 59enne, che avrebbe subito il presunto tentativo di estorsione, “non avesse alcun debito nei confronti del Bombardini”, dato che aveva “corrisposto” a lui il “saldo relativo all'acquisto delle quote sociali della 'Milano Procaccini srl'”, impresa edile, che l'ex trequartista rosanero deteneva.

La vittima della tentata estorsione lavorava in un cantiere a Milano quando, il 28 novembre del 2018 i tre si presentarono per riscuotere quel “credito del tutto inesistente” usando “toni e modi aggressivi ed intimidatori” e affermando che se non avesse consegnato i soldi avrebbero “agito di conseguenza”. I due ultrà, in particolare, gli avrebbero detto che “erano creditori” dell'ex calciatore e che quindi “da adesso in poi sarebbero stati i suoi creditori e i 100mila euro avrebbe dovuto darli a loro”.

Il giorno dopo, poi, Bombardini, che ha sempre respinto le accuse, avrebbe telefonato per ribadire "la richiesta illecita” dicendo che aveva “tempo fino alla sera per pagare”, altrimenti “avrebbe visto cosa sarebbe successo”. L'uomo, però, fece denuncia e scattò l'inchiesta. Le difese interverranno in aula il 13 luglio.

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