MONICA GUERCI
Cronaca

Bollate, aule pollaio al linguistico: "Trattati come numeri"

Tre classi terze del Primo Levi di Bollate “smembrate“ per formare due quarte. da ventisette studenti ognuna. Scoppia la protesta di famiglie e insegnanti

di Monica Guerci

Al liceo Primo Levi di Bollate è protesta contro le aule pollaio proprio alla ripartenza post Covid. Tre terze del linguistico sono state smembrate in due quarte: 27 alunni per classe. Ma i genitori non ci stanno: "I nostri figli, studenti penalizzati nell’anno della pandemia", lamentano e firmano una lettera aperta. "Nonostante tutti gli annunci mediatici rassicuranti del Ministero sul fatto che da settembre ci sarebbe stato il giusto distanziamento fisico, in modo da evitare le cosiddette classi pollaio, nel nostro istituto l’Ufficio Scolastico Provinciale di Milano ha deciso per il prossimo anno scolastico di accorpare le classi terze. Tale decisione risulta del tutto avulsa sia dal contesto epidemiologico in cui stiamo vivendo, sia da quello didattico, formativo ed educativo, che vuol considerare la scuola come una comunità educante" scrivono gli interessati. L’impressione per tutti è che nella costruzione delle classi si sia tenuto conto esclusivamente degli aspetti economici: "Ma gli studenti non sono numeri: la loro salute e la qualità dell’insegnamento dovrebbero essere prioritarie rispetto a qualsiasi dato quantitativo".

Una decisione incomprensibile anche per la nuova dirigente Elisabetta Boselli che per cercare di invertire la rotta si è spesa in prima persona: a maggio davanti all’ipotesi di accorpamento genitori e scuola hanno scritto le rimostranze all’Ufficio scolastico territoriale.

Lo smembramento di una delle tre terze che vedrà 6 alunni messi da una parte e gli altri 6 dall’altra, non porterà nemmeno a una diminuzione degli insegnanti e quindi a una riduzione dei costi: tutt’oggi all’appello mancano, infatti, ancora circa 40 insegnanti, un fatto che si traduce in un avvio d’anno a singhiozzo. "Dopo un anno scolastico vissuto in un contesto di emergenza sanitaria come mai prima d’ora, ci si aspettava più attenzione alle persone, meno decisioni prese a tavolino e la garanzia, ora più che mai, della continuità didattica e della sicurezza nell’Istituto", sottolineano i genitori dei 53 studenti delle ex classi 3a, 3b e 3c che per tutti questi motivi chiedono a gran voce che il piano di accorpamento sia rivisto prima del suono della campanella il 14 settembre.

Si preannuncia una difficile ripresa della scuola per il plesso di via Varalli che ogni giorno in tempi di pre pandemia ospitava più di 2mila iscritti nei due istituti, da una parte il Primo Levi e dall’altro ingresso l’Erasmo da Rotterdam. Le aule non saranno sufficienti al rispetto del distanziamento sociale e così solo le classi prime potranno frequentare in presenza il nuovo anno scolastico senza interruzioni. Per le classi dalla seconda alla quinta ci sarà la rotazione: una settimana a scuola, l’altra a distanza.