Bimba morta di stenti, tutti i dubbi sulla versione di Alessia Pifferi

L'ipotesi è che la madre di Diana Pifferi abbia messo dei sedativi nel latte, rinviato l'esame sul biberon

Milano - Non saranno oggi gli esami tanto attesi  sul latte contenuto nel biberon trovato accanto al lettino della piccola Diana, la bimba di 18 mesi  morte  di fame e di sete, dopo essere stata lasciata sola  nella casa di  via Parea, zona Ponte Lambro, dalla madre Alessia Pifferi.  Il pm Francesco De Tommasi ha dovuto "congelare" i reperti  in attesa dello svolgimento  di un esame in incidente probatorio  chiesto dagli avvocati Solange Marchignoli e Luca D'Auria che difendono la Pifferi. Il pm - spiegato la Marchignoli - aveva formulato uan richiesta  molto generica di "accertamenti chimici forensi" . Noi abbiamo opposto una riserva perché ci sia possibile nominare  i nostri periti e anche perché venga formulato un migliore e più preciso quesito.

La piccola Diana Pifferi e la casa di via Parea dov'è stata lasciata morire di stenti
La piccola Diana Pifferi e la casa di via Parea dov'è stata lasciata morire di stenti

Il nodo da sciogliere

L'esito degli esami, se confermasse il sospetto degli investigatori, e cioè che la piccola è stata sedata con benzodiazepine, sostanza trovata in una boccetta sul comodino della camera  in cui è morta Diana, aggraverebbe di molto la posizione di Alessia Pifferi perché all'omicidio volontario, accusa per cui si trova racchiusa a San Vittore  si aggiungerebbe l'aggravante della premeditazione. La donna di 36 anni continua  a ripetere che la sostanza apparteneva a un uomo che ha dormito in camera qualche notte, ma che lei non l'ha mai usata per sedare la figlia ed impedirle così di piangere. Nella notte la Pifferi dal carcere ha chiesto nuovamente della figlia  e della madre, ma nessun cenno è arrivato dalla famiglia. 

Il funerale di Diana

Una folla commossa ha preso parte ieri ai funerali della piccola Diana  nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Borgolombardo. All'ultimo saluto alla bimba hanno partecipato sia cittadini della zona che conoscevano la famiglia sia anche persone del tutto estranee ma che sono rimaste colpite dalla vicenda. Un messaggio è arrivato anche dall'arcivescovo Mario Delpini: "Non riusciamo a comprendere come sia potuto succedere l’abbandono di una bambina, condividiamo lo sconcerto e l’orrore. La nostra città dovrebbe essere diversa, abitare in città dovrebbe significare far parte di una comunità e ogni solitudine dovrebbe trovare rimedio nell’attenzione reciproca e nell’operosa solidarietà. Preghiamo perché il dramma incomprensibile risvegli a compassione e a sapienza la mamma di Diana".  Alla cerimonia era presente anche il sindaco di Milano Beppe Sala: "Non è facile individuare tutti i segnali di disagio. É molto importante però che tutti segnalino, non è un problema di essere delatori. Deve prevalere l’umanità altrimenti sarà davvero difficile ricomporre tutte le ferite della nostra società". 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro