MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Concerti e bagarini, i promoter: no ai biglietti nominativi, prezzi più cari

Assomusica contro la legge Battelli. Ma gli organizzatori si dividono nella lotta al "secondary ticketing"

Concerto dei Coldplay a San Siro

Milano, 9 luglio 2019 - «Il biglietto nominativo per i concerti produrrà un rincaro medio di 8-10 euro a ticket e lunghe code ai cancelli. No alla legge che l’ha introdotto, va modificata subito». Assomusica ieri mattina ha riunito la stragrande maggioranza dei promoter musicali italiani all’hotel Westin Palace di piazza della Repubblica per dire «no» alla legge che dal 1° luglio ha introdotto l’obbligo di acquistare i ticket per i concerti in luoghi con oltre 5mila posti di capienza fornendo il proprio nome e cognome da stampare sul biglietto. La norma, voluta dal deputato del M5S Sergio Battelli, punta a contrastare il fenomeno del «secondary ticketing», cioè il bagarinaggio online: biglietti rivenduti sui siti tipo Viagogo al doppio, triplo e quadruplo del prezzo di acquisto nelle biglietterie ufficiali.

Uno scandalo esploso proprio a Milano in occasione dei concerti nello stadio di San Siro di Bruce Springsteen (3 luglio 2016) e dei Coldplay (3 e 4 luglio 2017). In quei casi migliaia di biglietti sono spariti subito dalle piattaforme ufficiali di vendita per ricomparire poco dopo sui siti di secondary ticketing a prezzi folli. Le proteste dei fan non sono mancate, la Procura ha aperto un’indagine, un servizio delle «Iene» ha denunciato la connivenza tra alcuni promoter e i siti di secondary ticketing, ma alla fine il processo del Tribunale di Milano non ha portato a nessuna condanna. L’unica novità sul fronte della lotta al bagarinaggio online è stata la legge entrata in vigore il 1° luglio. Una norma efficace? Assomusica sostiene di no. Vincenzo Spera, presidente dell’associazione alla quale aderiscono oltre 120 imprese che realizzano l’80% dei concerti in Italia, afferma che si tratta di «una legge che non funziona e che non colpisce chi commette un reato, ma punisce il pubblico rendendo più complicato rivendere un biglietto. Speriamo che una legge ora in discussione in Parlamento possa rivedere questa norma».

Roberto De Luca di Live Nation rincara la dose: «La legge sul biglietto nominativo penalizza il pubblico. Il prezzo dei biglietti aumenterà perché bisognerà anticipare l’orario di apertura dei cancelli». Ferdinando Salzano di Friends & Partners osserva che «l’aumento dei costi di produzione provocherà la riduzione dei numero di concerti e l’aumento del prezzo dei biglietti». Maurizio Salvadori di Trident Music parla di «legge idiota». Spera e Salzano, intanto, criticano Claudio Trotta, fondatore della Barley Arts, che il 26 gennaio 2017 ha lanciato la battaglia «No secondary ticketing». Spera dice che «nel concerto di Phil Collins al Forum organizzato da Trotta c’erano biglietti nominativi venduti sui siti di secondary ticketing», Salzano aggiunge che «ci sono stati problemi nei controlli dei biglietti nominativi ai cancelli». Già, ma qual è la soluzione proposta da Assomusica e dai promoter anti-biglietti nominativi per combattere il bagarinaggio online? Mimmo D’Alessandro di Di and Gi sostiene che «bisogna oscurare i siti di secondary ticketing». Andrea Pieroni di Vertigo, invece, afferma di essere «contro lo Stato di Polizia» e aggiunge: «Io non sono per la demonizzazione di Viagogo». E Salvadori sottolinea di avere «un approccio liberale» e una «posizione sfumata» sul tema: «L’oscuramento dei siti è poco efficace. Ne apre subito un altro». Promoter divisi contro i bagarini online. Non proprio un bello spettacolo.