ANDREA GIANNI
Cronaca

Biglietteria di Brera, nuovo bando e proteste: "Rischio licenziamenti"

La Cgil scrive a Bradburne

La pinacoteca compie 210 anni

Milano, 15 settembre 2019 -  Un nuovo bando per la gestione della biglietteria e della libreria della pinacoteca di Brera. E poche righe messe nero su bianco hanno fatto alzare le antenne alla Cgil, che ha chiesto un incontro al direttore James Bradburne e «garanzie» sul futuro dei lavoratori “esterni” dello storico museo milanese. Al centro delle polemiche la clausola sociale (l’obbligo di riassorbire il personale in caso di cambio di appalto) che, così come è formulata nel bando, secondo il sindacato «non garantisce che gli attuali lavoratori vengano assunti tutti e alle stesse condizioni». Un allarme che riguarda 16 persone (dieci addetti alla biglietteria e sei al bookshop), che finora hanno sempre ottenuto il rinnovo del contratto delle società che negli anni si sono avvicendate. Il servizio in questo momento è gestito da Vivaticket e Skira, che potrebbero partecipare al nuovo bando.

Uno dei passaggi nella clausola sociale nel bando Consip (la centrale acquisti della pubblica amministrazione) che ha messo in allarme il sindacato è quello relativo all’obbligo per il vincitore di «assorbire prioritariamente nel proprio organico il personale già operante alle dipendenze del fornitore uscente», cioè i 16 lavoratori. «Si tratta di una clausola sociale debole – spiega Melissa Oliviero, della segreteria della Cgil di Milano – anche per la presenza di quell’avverbio, “prioritariamente”, che non ci convince. Per come è formulata in vari passaggi non garantisce che tutti i lavoratori vengano assunti alle stesse condizioni. Non vorremmo che un eventuale cambio di appalto possa portare a un abbassamento dei diritti e delle tutele». Venerdì scorso il testo è stato analizzato da sindacalisti della Filcams-Cgil e della Flc, che rappresentano le due categorie dei lavoratori, inquadrati con contratti diversi: quello del commercio per la biglietteria e quello dell’editoria per il bookshop. E, al termine, è partita una richiesta di incontro al direttore Bradburne.

«Vogliamo capire cosa succederà agli addetti – prosegue Oliviero – che devono essere tutelati rafforzando la clausola sociale». Biglietteria e libreria sono servizi che spesso i musei affidano a società esterne, attraverso bandi ministeriali che periodicamente vengono rinnovati. Gare che, in alcuni casi, presentano criticità, sfociate in proteste come quella messa in scena nell’aprile 2018 dagli addetti a biglietteria e bookshop del Cenacolo Vinciano. Hanno scioperato perché rischiavano di perdere il lavoro proprio per un problema analogo, legato alla clausola sociale nel bando. E i problemi non sono finiti: la Filcams ha chiesto un incontro anche alla direttrice del Cenacolo. Più di recente si è conclusa positivamente, invece, la battaglia portata avanti da una sessantina di lavoratori della società Civita Mostre e Musei, che a Milano ha in gestione lo spazio espositivo di Intesa Sanpaolo in piazza Scala e il bookshop del Castello Sforzesco. Sono riusciti a ottenere miglioramenti contrattuali grazie a un’intesa firmata da Filcams e Uiltucs, che ha portato una boccata d’ossigeno per lavoratori con stipendi non certo da favola.