GIULIA BONEZZI
Cronaca

Sanità, l’assessore Bertolaso: “Basta anarchia, Ats e Asst sono poco coordinate”

L’assessore al Pirellone: abbiamo attivato 105 Case di comunità ma il Pnrr non finanzia le assunzioni

Un'inaugurazione con l'assessore Bertolaso

Milano – Su 216 Case della comunità (Cdc) previste entro l’anno prossimo in Lombardia (187 finanziate dal Pnrr, le altre promesse con fondi regionali) "ne sono state attivate 105", più "23 Ospedali di comunità" su 66 (60 da Pnrr), relaziona l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso al Pirellone, rispondendo al Pd sull’attuazione della nuova sanità territoriale, ma chiarisce: "Ne ho inaugurate un paio, certo di trovare delle scatole vuote e invece sono rimasto favorevolmente impressionato", ma ora "prima di tagliare un nastro voglio la certezza che la pianta organica sia completa" e la Cdc offra "subito i servizi, quelli essenziali perché non si può partire a pieno ritmo in una situazione così complicata a livello nazionale".

Il Pnrr, ricorda Bertolaso, finanzia "muri e attrezzature ma non un centesimo per le assunzioni" del personale, oggi circa 700 operatori in Lombardia che come il resto d’Italia vive "un’emorragia di personale sanitario, in particolare di medici", dovuta alla "programmazione errata degli anni passati" e altre spending review ("Un medico in Italia guadagna il 70% meno che in Germania; un infermiere nell’Ue solo in Grecia ha una paga inferiore").

Assicura che "la Regione si sta impegnando con tutte le sue forze", che ha presentato "una serie di emendamenti alla Camera" per ottenere "norme più elastiche" su incentivi e formazione dei medici di base ma, rispondendo a un’interpellanza sull’Asst Santi Paolo e Carlo e a una mozione sempre del Pd sulle "emergenze del servizio sanitario lombardo", aggiunge: "In questa regione ogni realtà sanitaria gode di eccessiva autonomia. L’assessorato al Welfare ha sempre dato indicazioni, ma poi ogni realtà agisce in modo assolutamente autonomo. Qui non si parla di autonomia ma di anarchia". "Abbiamo Ats e Asst - preciserà a margine - che lavorano bene ma in modo poco coordinato. Una squadra non si fa con 11 campioni, ci vuole chi passa la palla". Esempi? "Aziende che condividono (sul call center regionale, ndr ) il 99% delle loro agende, altre il 40%. Devono farlo tutte al 100%". Oppure: "Se ho un pronto soccorso con due medici e a 5 chilometri un altro ne ha dieci, che appartenga a un’altra Asst non è ragione sufficiente a evitare che qualcuno vada nel Ps" in difficoltà.

La mozione del Pd viene bocciata, nonostante il voto compatto dell’opposizione. "Erano proposte specifiche su carenza di medici di famiglia e liste d’attesa - rivendica Carlo Borghetti, primo firmatario – e chiedevamo alla Giunta di attivarsi col Governo per scongiurare il definanziamento del Servizio sanitario nazionale previsto dal Def". "Una porta in faccia - commenta il capogruppo Pierfrancesco Majorino –. Sono d’accordo con l’assessore sull’anarchia: manca una politica regionale forte e la volontà di riorganizzare il sistema". "I suoi predecessori - rincara Nicola Di Marco, capogruppo dei 5 Stelle – a furia di negare ogni problema hanno finito per non risolverne nemmeno uno".