
Gigi Rizzi, Brigitte Bardot, Beppe Pirozzi e Odile Rodin
Milano, 5 settembre 2019 - Tra gli anni Sessanta e Settanta è stato uno dei playboy più conosciuti del jet set internazionale. Beppe Piroddi frequentava le feste più esclusive a Saint Tropez, Los Angeles, Roma e Milano e ha conosciuto le famiglie più in vista, dagli Agnelli ai Kennedy. Una foto dell’epoca lo ritrae al fianco della sua fidanzata dell’epoca, l’attrice francese Odile Rodin, e a una delle coppie più «paparazzata» di quegli anni, Brigitte Bardot e l’amico (e playboy come lui) Gigi Rizzi.
Un’altra celebre foto in un locale milanese mostra Piroddi in gessato, cappello nero e sigaretta in bocca mentre la bionda Rodin lo osserva. Questo scatto in bianco e nero è finito all’interno della mostra ospitata a Palazzo Morando dal 9 novembre 2017 all’11 febbraio 2018 e intitolata «Milano e la mala». Piroddi non ha gradito, anzi si è infuriato quando ha saputo che la sua faccia è stata abbinata a una mostra che parlava dei criminali che hanno fatto la storia in nero della città. Non solo. Il playboy ha contattato un avvocato e ha denunciato il Comune (proprietario della sede della mostra, Palazzo Morando) e l’associazione Spirale di Idee, che ha pensato l’esposizione di foto per raccontare la «mala» e la Milano di quell’epoca. Piroddi ha chiesto 50mila euro di risarcimento per «lesione del diritto dell’immagine». Sì, perché lui sostiene di non c’entrare nulla con la «mala» milanese e rivendica con orgoglio il suo ruolo di playboy, anzi di «amateur», alla francese, come ha voluto intitolare la biografia scritta dal giornalista Gigi Moncalvo in cui racconta le sue scorribande a caccia di belle donne e locali di lusso: il suo «Caffè Roma» aprì sedi a Milano, Roma, Los Angeles e New York.
Il Comune e l’associazione Spirale di Idee, in ogni caso, non hanno nessuna intenzione di risarcire il playboy ormai attempato, tanto che venerdì scorso la Giunta guidata dal sindaco Giuseppe Sala ha approvato una delibera in cui l’amministrazione ordina all’Avvocatura municipale di costituirsi in giudizio per contrastare le pretese economiche di Piroddi. Sarà il Tribunale di Milano a decidere chi ha ragione. I responsabili dell’associazione Spirale di Idee, intanto, definiscono «pretestuosa» la richiesta di risarcimento danni presentata dall’«amateur». Il motivo? La foto di Piroddi e della bella Odile era inserita in una parte della mostra sulla «vita sociale della città», in cui non si parlava direttamente della «mala» ma dei personaggi che fecero la storia di Milano in quegli anni, tanto che in quelle sale comparivano anche le foto di Ornella Vanoni e Giorgio Gaber, giusto per fare due nomi. Insomma, nessun collegamento diretto con la «mala», i cui protagonisti erano mostrati in un’altra parte della mostra. Una spiegazione che non ha convinto Piroddi. Lui non nega certo di essere stato un «rubacuori», ma vuole che si sappia che non ha mai commesso reati e che le donne l’hanno sempre tenuto lontano dalla «mala».