
Luca Rinaldi
Milano, 31 maggio 2017 - "Siamo alla frontiera. Ma riuscire a tutelare i beni culturali di cui la Lombardia è così ricca è sempre più difficile". Non usa mezze parole il soprintendente ai Beni culturali della Lombardia, Luca Rinaldi che, nella conferenza stampa indetta da carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Monza sull'ultimo anno di attività spara ad alzo zero contro la situazione in cui versano le Soprintendenze in Italia, "passate da 81 a 39 dopo la riorganizzazione voluta dal Ministero ai Beni culturali".
Rinaldi, che ha lavorato in quattro diverse Regioni, non le manda a dire: "La nostra ormai è una attività di resistenza e di frontiera, difficile mandare a fare controlli quando si hanno tagli così pesanti al personale: in sei province ho un solo storico dell'arte a disposizione; a Mantova ho solo 4 dipendenti; le esportazioni di opere d'arte all'estero sono state rese più facili e ho funzionari che non vengono pagati da un anno per fare i controlli a un patrimonio culturale sterminato come quello lombardo. Meno male che almeno ci restano i carabinieri del Nucleo Tpc, speriamo che aumentino l'organico almeno a loro". Ma perché questa situazione? "Le poche risorse a disposizione vengono concentrate sui grandi musei". E voi? "Noi siamo quelli che dicono sempre no mettendosi di traverso a tanti progetti... Ma in fondo, quello sarebbe il nostro lavoro".