REDAZIONE MILANO

Battisti, appello e sciopero Bergamin, nuova puntata

Sorti diverse per i due ex “Proletari armati per il comunismo” degli anni ’70. Respinta per l’uno la richiesta di cambiare carcere, l’altro rimane a Parigi

Cesare Battisti lancia un lungo “appello alla giustizia“ annunciando un nuovo sciopero della fame in cella, e intanto i legali del suo ex complice Luigi Bergamin (da decenni latitante in Francia) si battono contro l’attribuzione al loro assistito della qualifica di “delinquente abituale“.

Dal carcere di Rossano Calabro, dove è detenuto da quasi un anno in regime di alta sicurezza, Battisti parla tramite i suoi legali Gianfranco Sollai e Davide Steccanella dopo essersi visto respingere un’istanza di trasferimento. L’ex terrorista dei Pac, che ha iniziato uno sciopero della fame e interrotto le terapie cui si sottopone, nella sua lettera-appello parte dalle motivazioni che hanno spinto il Dap a non concedergli il trasferimento. E a proposito del suo possibile reinserimento sociale, ricorda di "aver trascorso 40 anni in esilio, conducendo una vita di cittadino contribuente perfettamente integrato nella società civile, con incessante attività professionale, pacifico coinvolgimento nell’iniziativa culturale e nel volontariato, ovunque mi è stato offerto rifugio". Secondo Battisti, "nel carcere di Rossano nulla è predisposto per i detenuti che non condividono i costumi e la tradizione musulmana o che abbiano vivaci incompatibilità di convivenza con questa categoria di detenuti".

I suoi compagni di sventura sono quasi esclusivamente appartenenti all’Isis. "Rossano è una tomba - aggiunge - è l’unico reparto sprovvisto persino di mattonelle e servizi igienici decenti, dove nessun operatore sociale mette piede. Il famigerato portone “Antro Isis“ è tabù perfino per il cappellano, che finora ha regolarmente ignorato le mie richieste di colloquio. Qui tutto è predisposto per tenere a bada dei ferventi musulmani, ai quali, se pure in condizioni esecrabili, è stato concesso il diritto di pregare insieme".

Da Battisti al suo ex complice Bergamin. Ieri davanti al tribunale di sorveglianza è stato discusso il ricorso della difesa contro la dichiarazione di "delinquenza abituale" decisa a fine marzo per il 73enne condannato per concorso morale negli omicidi del maresciallo Antonio Santoro e dell’agente Digos Andrea Campagna, avvenuti nel ‘78 e ‘79. Bergamin si è costituito in Francia dopo il blitz contro gli ex terroristi degli anni di piombo, ma nel frattempo la Corte d’assise milanese ha stabilito che per lui il tempo stabilito dalla legge è scaduto e non deve più scontare la pena. L’ultima parola spetterà, in ogni caso, alla Cassazione.

M.Cons.