
Si va verso la normalità nell’attività cimiteriale dopo aver gestito nel periodo dell’emergenza numerose bare di defunti da Covid, molte delle quali tenute in deposito nei loculi del cimitero di via Mazzini. Non è mancata la preoccupazione dei cittadini per la presenza di quelle salme tenute in sospeso in attesa della cremazione, con il rischio che il virus fosse contratto da chi si recava a far visita ai propri cari. Le norme in materia di cremazioni impongono che vengano effettuate entro 30 giorni, la lunga lista d’attesa però, dovuta al superlavoro imposto ai forni crematori, ha portato a sforare le scadenze.
"Nel registro cimiteriale sono stati indicati i feretri di chi è deceduto per la malattia – fanno sapere da La Goccia, cooperativa che gestisce il cimitero cassanese – Per le operazioni di estumulazione, che si renderanno necessarie per l’invio alla cremazione, saranno osservate le debite prescrizioni".
Scongiurato il pericolo di contagio: " Le salme depositate temporaneamente nei loculi – concludono i gestori del camposanto – sono state confezionate per una tumulazione stagna come previsto dalle indicazioni del ministero della Salute del 1 aprile 2020 e dalla dichiarazione dell’impresa funebre. La situazione è stata costantemente monitorata, i loculi contenenti i feretri non avviati alla cremazione, scaduti i 30 giorni stabiliti, sono stati sigillati per evitare qualsiasi inconveniente. Della situazione sono state fornite tutte le informazioni all’Ats competente".
Resta ora da capire a chi sarà addebitato il costo di quel deposito forzato in loculi aperti trasformati in seguito con chiusura cementificata.
Stefano Dati