
Da sinistra il logo del gruppo musicale e l’agente Francesco Mondello
Milano, 12 settembre 2025 – “La musica consente di evadere. Lecitamente, s’intende”. Lo precisa l’agente di polizia penitenziaria Francesco Mondello che ha fondato la band “Freedom sounds“ nel carcere di Bollate. La mente vola subito alla scena finale del film “The Blues Brothers“ con i protagonisti finiti in prigione che cantano e suonano Jailhouse Rock facendo scatenare tutti i detenuti sulle note di Elvis Presley. A Milano la situazione si ribalta perché i musicisti escono dal carcere.
Sempre lecitamente, s’intende: questa band domani sera, sabato 13 settembre, porterà il rock in piazza Capuana, a Quarto Oggiaro. Appuntamento dalle 18 al Circolo Arci Itaca Aps (ingresso libero). Un’iniziativa promossa con il supporto dell’Associazione Monzino e il patrocinio del Municipio 8.
Note e voci volano in alto, oltre le sbarre, sgretolando le mura che separano il penitenziario dal resto del mondo. “I componenti della band cambiano nel tempo, a seconda di uscite e ingressi – spiega l’assistente capo Mondello –. E non potrebbe essere altrimenti. Ma immutato è lo spirito del progetto, che sprona a imparare qualcosa di nuovo o a riscoprire una passione. A stare insieme agli altri e a trasmettere le proprie emozioni. A riscattarsi attraverso l’arte, con il suo linguaggio universale che annulla le differenze” anche tra detenuti e agenti, che lavorano fianco a fianco. “Ringraziamo il direttore Giorgio Leggieri, che ci ha sempre sostenuti”.
Domani verranno eseguite cover rock di artisti italiani (Vasco, Zucchero e Rino Gaetano, per citarne qualcuno) e stranieri. Tra le voci, quella di un agente di polizia penitenziaria che canterà una canzone di Ligabue. Mondello non sarà sul palco ma, appassionato di batteria e chitarra, ha dato il la a tutto il progetto quasi 20 anni fa con un laboratorio: “Le officine musicali. Abbiamo cominciato insonorizzando un’aula con i cartoni delle uova. Poi è nata anche la band, che attualmente prova due volte a settimana. I componenti sono sei, tra i 26 e i 55 anni: due chitarristi, un batterista, un tastierista, un sassofonista e una bassista, una ragazza non detenuta che ha anche tenuto dei corsi nel carcere con l’obiettivo di passare il testimone. Tutti sono in regime di articolo 21, che disciplina il lavoro all’esterno. Parliamo quindi di detenuti che durante il giorno escono dal penitenziario per lavorare e che rientrano la sera”.
Nel progetto si è aggiunta la sala rap, per i più giovani. Se ne parlerà anche domani, in occasione del concerto a Quarto Oggiaro, “un esempio di come la musica – dichiara Fabio Galesi, vicepresidente del Municipio 8 – possa diventare un mezzo di trasformazione e di speranza. Da diversi anni abbiamo stipulato una convenzione con il carcere di Milano Bollate per le attività di pubblica utilità rivolte ai detenuti in articolo 21, cercando di coinvolgere cittadini e associazioni del territorio per creare momenti di inclusione e socializzazione”.