'Bambini senza paura' al Teatro Elfo Puccini: sul palco Finardi, Farinelli e molti altri artisti

Un evento dedicato alla sensibilizzazione sui diritti dei bambini e alla memoria di Iqball Masih, bambino operaio, sindacalista e attivista simbolo della lotta contro il lavoro minorile. L'appuntamento è per il 20 novembre

Eugenio Finardi

Eugenio Finardi

Milano, 27 ottobre 2014 - In occasione della Giornata Internazionale dei Dirtitti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, il Teatro Elfo Puccini di Milano in corso Buenos Aires 33, organizza 'Bambini senza paura - Insieme si può', un evento  dedicato alla sensibilizzazione sui diritti dei bambini e alla memoria di Iqball Masih, bambino operaio, sindacalista e attivista simbolo della lotta contro il lavoro minorile. La serata è prevista per il 20 novembre in Sala Shakespeare, alle ore 21.15. Il biglietto d’ingresso costa 15 euro a prezzo intero, 12 euro ridotto.

"Il nostro è un invito rivolto a tutti i bambini coraggiosi del mondo, ai loro genitori e agli educatori. – affermano Fulvia e Franco Serra, ideatori dell’evento - . Invito a non smettere mai di sognare e d’indignarsi e a utilizzare l’immaginazione, il gioco, l’agire e progettare insieme come ricarica vitale della propria energia per realizzare i propri sogni". Durante la serata si alterneranno interventi di attori, musicisti e operatori culturali che aderiscono al progetto e che stanno sviluppando progetti per il diritto all’infanzia. Eugenio Finardi, Patrizio Fariselli, Lucia Vasini, Carlo Boccadoro, Giuseppe Cederna, Orchestra di via Padova, Ricky Gianco, Vince Tempera, Alessio lega e Ivan Tresoldi sono solo alcuni degli artisti che finora hanno confermato la loro presenza e che presto saranno raggiunti da molti altri.

“Bambini senza paura” è un progetto che utilizza la comunicazione in tutte le sue forme (cinema, editoria, web, arte, musica, giochi e formazione). Nata attorno all’omonimo lungometraggio d’animazione dedicato a Iqbal, il coraggioso bambino pakistano diventato simbolo della lotta contro la schiavitù, l’iniziativa promuove e reclama a gran voce l’impegno personale e pubblico a favore della libertà e della dignità dei bambini. La prima declinazione del progetto  è Insieme si può, evento musicale dedicato ai diritti dei bambini che aspira a diventare un appuntamento fisso in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti all’Infanzia e dell’Adolescenza.

 

 

IQBAL MASIH - Era nato nel 1983 Iqbal Masih e aveva quattro anni quando suo padre decise di venderlo come schiavo a un fabbricante di tappeti. Per 12 dollari.  E' l'inizio di una schiavitù senza fine: gli interessi del "prestito" ottenuto in cambio del lavoro del bambino non faranno che accrescere il debito. Picchiato, sgridato e incatenato al suo telaio, Iqbal inizia a lavorare per più di dodici ore al giorno. E' uno dei tanti bambini che tessono tappeti in Pakistan; le loro piccole mani sono abili e veloci, i loro salari ridicoli, e poi i bambini non protestano e possono essere puniti più facilmente. Un giorno del 1992 Iqbal e altri bambini escono di nascosto dalla fabbrica di tappeti per assistere alla celebrazione della giornata della libertà organizzata dal Fronte di Liberazione dal Lavoro Schiavizzato (BLLF). Forse per la prima volta Iqbal sente parlare di diritti e dei bambini che vivono in condizione di schiavitù. Proprio come lui. Spontaneamente decide di raccontare la sua storia: il suo improvvisato discorso fa scalpore e nei giorni successivi viene pubblicato dai giornali locali. Iqbal decide anche che non vuole tornare a lavorare in fabbrica e un avvocato del BLLF lo aiuta a preparare una lettera di "dimissioni" da presentare al suo ex padrone. Durante la manifestazione Iqbal conosce Eshan Ullah Khan, leader del BLLF, il sindacalista che rappresenterà la sua guida verso una nuova vita in difesa dei diritti dei bambini. Così Iqbal comincia a raccontare la sua storia sui teleschermi di tutto il mondo, diventa simbolo e portavoce del dramma dei bambini lavoratori nei convegni, prima nei paesi asiatici, poi a Stoccolma e a Boston: "Non ho più paura di lui - dice riferendosi al suo padrone - è lui che ha paura di me, di noi, della nostra ribellione. "Da grande voglio diventare avvocato e lottare perché i bambini non lavorino troppo. Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite". Iqbal ricomincia a studiare senza interrompere il suo impegno di piccolo sindacalista. Sarebbe diventato un avvocato, ne aveva la stoffa. Riceve una borsa di studio dalla Brandeis University ma la rifiuta per rimanere nel suo paese ad aiutare i suoi amici. Tra i suoi progetti: costruire una scuola. Per la sua attività di denuncia e di promozione le autorità pachistane sono costrette a chiudere decine di fabbriche di tappeti, ma Iqbal crea problemi, per la mafia locale è un pericolo, un personaggio scomodo per chi sul lavoro dei bambini si arricchisce: le prime minacce di morte. Ma la storia della sua libertà è breve. Il 16 aprile 1995, domenica di Pasqua, gli sparano a bruciapelo mentre corre in bicicletta nella sua città natale Muridke, con i suoi cugini Liaqat e Faryad. Due raffiche di proiettili gli tolgono la vita e Iqbal si accascia sulla bicicletta con cui stava finalmente giocando.

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