Baggio, nell’ex ospedale militare 13 stanze: zona contaminata e 'pulita'

Tutto pronto nella struttura con 40 posti letto: accoglierà i pazienti ancora positivi in isolamento dopo le dimissioni dall’ospedale

Una delle stanze nell’area di isolamento all’interno della caserma di Baggio

Una delle stanze nell’area di isolamento all’interno della caserma di Baggio

Milano, 4 marzo 2020 - Il cancello si spalanca per fare entrare ambulanze dalle livree militari e mezzi dell’Esercito. Di ambulanze "civili" ancora non se ne vedono ma tutto è pronto a Baggio, nell’ex ospedale militare all’interno della caserma Annibaldi, per accogliere i malati di coronavirus che vengono dimessi dai nosocomi ma hanno bisogno ancora di qualche giorno di isolamento prima di tornare a casa: per loro sono a disposizione 40 posti letto, in modo che possano completare il loro percorso di guarigione in tutta sicurezza alleggerendo nello stesso tempo il carico per le strutture sanitarie lombarde.

I primi ingressi erano attesi nella giornata di ieri, ma al momento i pazienti non hanno ancora varcato la soglia. Un’ala del complesso è stata sistemata in meno di una settimana con 13 stanze per ricreare un ambiente il più possibile adatto anche ad ospitare famiglie, grazie agli specialisti dell’Esercito affiancati da esperti arrivati apposta dal Policlinico militare del Celio di Roma, compreso un infettivologo. Altri 56 posti, invece, sono stati allestiti in una seconda struttura nel Comando Aeroporto di Linate dell’Aeronautica Militare che spalancherà le porte in caso di necessità. In totale, 96 posti. Con un team medico della Difesa presente in ogni struttura per monitorare i possibili casi di contagio. A Baggio "il centro ospedaliero di Milano ha compiuto un grande sforzo, non solo strutturale, per cambiare la destinazione d’uso di una palazzina che normalmente era adibita ad alloggi, ma anche per il ‘biocontenimento’ del personale – spiega il direttore del Centro ospedaliero militare, il brigadier generale Corrado Durante –. Questo ha comportato anche un addestramento e una formazione specifica professionale, diretta al personale che qui tornerà, dal caporeparto ai turnisti medici e infermieri e agli operatori socio sanitari. Tutto nel rispetto delle norme dettate dal ministero della Salute e del buonsenso". Per rendere il reparto un’area di biocontenimento "abbiamo applicato le normative internazionali creando due aree ben separate tra quella ‘contaminata’ e quella definita ‘pulita’. Gli operatori sanitari entrano con tutti i dispositivi di protezione individuale in modo da preservare la sicurezza, loro e dell’ambiente circostante dell’ospedale; questo settore è ben delimitato, nel rispetto alle altre esigenze del centro ospedaliero di Milano", sottolinea l’infettivologo del Celio, colonnello Piero Salvatori.

In totale il ministero della Difesa ha reso disponibile un totale di circa 2.200 stanze e 6.600 posti letto, distribuiti su tutto il territorio nazionale, per cittadini sottoposti al "periodo di sorveglianza". Non solo: su indicazione del ministro Lorenzo Guerini, si legge in una nota, "per rispondere alle esigenze dei territori lombardi, il Ministero sta predisponendo in queste ore il pronto invio di 10 medici e 14 infermieri, per arrivare a un totale di 20 medici e 20 infermieri".  

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