Avvisarci prima, no? Pronta a manifestare

"Mia figlia di 3 anni non potrà iniziare la scuola dell’Infanzia il prossimo ottobre, nonostante fosse in graduatoria fin da aprile: è una vergogna. Io e mio marito siamo entrambi lavoratori a tempo pieno. I nonni? Non vivono a Milano. Siamo in estrema difficoltà". La donna, 38 anni, ha il dente avvelenato. "Capisco i problemi legati al Covid, le misure da rispettare e le linee guida tardive ma il Comune non avrebbe potuto avvisarci prima di questa eventualità? In questo modo noi ‘esclusi’ avremmo potuto cercare un’alternativa per tempo senza ritrovarci a fine luglio in questa situazione non degna di una città come Milano". La signora lavora come project manager mentre il marito è ricercatore. "Oggi ho provato a telefonare a dieci asili privati dalle rette abbordabili nel nostro quartiere e in quelli limitrofi ma sono tutti al completo. E come posso fare? Non so neppure come potrò ricominciare a lavorare avendo la bambina a casa. Non posso contare sui nonni perché non sono vicini: io sono originaria della Sicilia, la mia famiglia vive lì, e mio marito è turco. Quindi i suoi genitori sono ancora più lontani. Mi sento come se avessi una zavorra sulle spalle per colpa di questa sorpresa amara arrivata all’improvviso il 21 luglio. Peraltro il Comune ha pubblicato la graduatoria ad aprile, in piena pandemia, senza mai prospettare eventuali cambiamenti: ero sicura che mia figlia avrebbe avuto il posto, essendo assegnataria". Non è solo una questione pratica, "la mia bambina è figlia unica e non ha contatti con coetanei". La 38enne ha aderito al movimento “Priorità alla scuola“: "Siamo tanti genitori agguerriti, pronti a manifestare davanti a Palazzo Marino se non si troveranno spazi per i bambini. Siamo cittadini, paghiamo le tasse, abbiamo diritto al servizio". 

 

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