Autolesionismo e rabbia, Sos minori: "Prima richiesta d’aiuto dalle madri"

Il bilancio del progetto AccogliMi: avviati 346 percorsi. I maggiori disagi a Niguarda, Barona e San Siro

Autolesionismo e rabbia, Sos minori: "Prima richiesta d’aiuto dalle madri"
Autolesionismo e rabbia, Sos minori: "Prima richiesta d’aiuto dalle madri"

Autolesionismo, ansia e disturbi alimentari, che si manifestano prevalentemente tra le adolescenti. Poi la "gestione della rabbia" e le difficoltà nelle relazioni scolastiche, che in questo caso riguardano in maggior misura i ragazzi. Problemi comuni a entrambi i sessi, come un rapporto conflittuale tra genitori e figli. Uno spaccato che emerge dal primo bilancio del progetto AccogliMi, varato 15 mesi fa dal Comune di Milano e rivolto ai circa 60mila milanesi fra i 14 e i 18 anni e alle loro famiglie. Un orientamento psicologico "nell’affrontare le difficoltà che caratterizzano questa particolare fase della crescita" e, eventualmente, indirizzare gli utenti

verso la rete dei servizi specialistici sanitari, educativi e ricreativi.

Oggi ripartono incontri di gruppo nelle scuole che coinvolgeranno circa duemila studenti (il numero verde 800 666 315 e il numero di cellulare 335 1251973 messo a disposizione per le chat sono attivi lunedì, mercoledì e venerdì dalle 16 alle 19 e il sabato dalle 10 alle 12), nell’ambito di ‘Milano 4 Mental Health’, l’iniziativa di Palazzo Marino sul tema della salute mentale. "I dati ci sanno un importante riscontro sull’utilità di AccogliMi – spiega l’assessore al Welfare Lamberto Bertolé - è solo uno dei progetti che vogliamo rafforzare".

I dati degli ultimi mesi sono lo specchio di una situazione critica per gli adolescenti, e sono solo la punta dell’iceberg rispetto a problemi che restano sommersi. Sono stati 9112 i contatti (tra colloqui, incontri o anche solo orientamento verso i servizi specialistici) attivati, mentre sono stati avviati 346 percorsi individuali. Sono stati così raggiunti 1942 adolescenti, 417 genitori hanno partecipato a incontri di sensibilizzazione e supporto al ruolo genitoriale e 216 psicologi ed educatori hanno partecipato agli incontri di formazione, grazie all’impegno di 60 operatori del progetto. A rivolgersi al progetto continuano ad essere in primis i genitori. Nel 67% dei casi sono loro (per la maggior parte le madri) a fare il primo passo per chiedere un aiuto. Nell’83% dei casi agganciati si tratta ancora prevalentemente di famiglie italiane. E dal bilancio emerge anche una “mappa del disagio“ nei quartieri di Milano. I Municipi più interessati sono il 9 e il 2: quartieri come Niguarda, via Padova, Chiesa Rossa, Gratosoglio, Barona, San Siro e anche Porta Venezia. Il meno rappresentato è il ricco Municipio 1, in pieno centro, che rispetto ad altre zone ha però una minore densità di adolescenti residenti.

Andrea Gianni

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