La storia di Damiano e Margherita Tercon: dalla diagnosi di autismo al debutto a teatro. Con tanta ironia (e un ventilatore)

Il 2 aprile al Martinitt debutta I Terconauti. Protagonisti, il 42enne con disturbo dello spettro autistico, la sorella e il fidanzato di lei

Damiano e Margherita Tercon, nell’ordine 42 e 33 anni, in scena col quarto personaggio: un ventilatore

Damiano e Margherita Tercon, nell’ordine 42 e 33 anni, in scena col quarto personaggio: un ventilatore

Milano – Margherita sta studiando in una biblioteca di Dublino quando le arriva quella mail. Ad inviargliela è suo fratello Damiano. Lui le scrive dall’Italia, dalla casa dei loro genitori. Poche parole: "Mi aiuterai nonostante tutti mi dicano che per me le possibilità sono limitate?". Margherita chiude il libro, smette di studiare. E scrive al fratello che sì, lo aiuterà. Non sa ancora che grazie a quella mail, grazie a quell’improvvisa richiesta d’aiuto, anche lei sarebbe riuscita a realizzare un sogno che aveva ormai chiuso in un cassetto: quello del teatro. L’uno e l’altro, Damiano e Margherita, martedì 2 aprile, saranno di scena al Teatro Martinitt con “I Terconauti, una storia di autismo normale".

Solo la prima tappa di un tour che da qui al 9 maggio li porterà in altre 7 città. Con loro ci sarà Philipp Carboni: sì, un trio. Perché tre sono i punti di vista dal quale si guarda all’autismo: Damiano, 42 anni, ha un disturbo dello spettro autistico con deficit intellettivo, Margherita è una sibiling, è la sorella di una persona con disabilità, Philipp è il fidanzato di Margherita, porta con sé l’approccio di chi non ha mai avuto a che fare con l’autismo e durante lo spettacolo – grazie alle bacchettate di Damiano che non sopporta certi riguardi nei suoi confronti – compie quel percorso di conoscenza che lo porterà a diventare un caregiver, il caregiver di Damiano insieme a Margherita. Tutto vero. Tra palco e realtà solo il filtro dell’ironia e dell’autoironia. C’è spazio pure per un quarto personaggio, il migliore amico di Damiano: un ventilatore.

L’obiettivo è raccontare la vita difficile di chi ha un disturbo dello spettro, certo. Ma non a caso lo si fa con ironia: "Vogliamo invitare tutti a concentrarsi sulle potenzialità delle persone, non sui loro limiti", spiega Margherita. "Damiano ha 42 anni, ma l’autismo gli è stato diagnosticato solo a 23 anni e fino ad allora veniva considerato uno svogliato, uno un po’ scemo. Fuori ovviamente, non in casa nostra. A scuola è stato ripetutamente vittima di bullismo. Tra il quarto e il quinto anno delle superiori i professori gli hanno addirittura consigliato di lasciare la scuola perché continuava ad avere “incomprensioni“ con i compagni. Sì, per quei professori si trattava di incomprensioni con i compagni, non di una continua derisione e di atteggiamenti di bullismo".

Ed è qui che avviene la prima svolta della vita di Damiano. "Purtroppo mio fratello – racconta ancora Margherita – ha lasciato davvero la scuola, non ha finito le superiori. Ed è andato incontro ad un periodo di solitudine e depressione". Da qui l’amicizia col ventilatore. E le ore davanti alla televisione. Ma il piccolo schermo è stato decisivo per il riscatto. Insieme alla passione di Damiano per la musica lirica.

"Con quella mail mio fratello mi ha chiesto di aiutarlo a realizzare il suo sogno: diventare un cantante lirico. Io mi sono chiesta in che modo potessi aiutarlo e...". E Margherita, a sua volta, ha dovuto rispolverare un amore antico, quell’amore che aveva deciso di accantonare: "Mi sono messa a scrivere uno sketch teatrale sull’autismo: una sorella che prende in giro il fratello autistico, salvo poi rendersi conto che il fratello sa sfruttare le proprie potenzialità meglio di lei. Ho immaginato che ad un certo punto dello sketch si diffondessero le note delle Nozze di Figaro di Mozart e Damiano potesse cantarvi sopra. Abbiamo candidato il nostro sketch al programma televisivo “Italia’s got talent“ e ci hanno preso: quel giorno è stato il più bello della mia vita perché ho visto mio fratello felice".

Da quel giorno molto è cambiato. Margherita si è riconciliata col teatro: "Ho studiato scrittura teatrale all’Accademia Paolo Grassi col sogno di fare del teatro una professione. Ad un tratto mi sono convinta che non ce l’avrei fatta e ho cambiato strada: sono andata a studiare Filosofia alla Sorbona di Parigi con una parentesi a Dublino. Per quello mi trovavo in quella biblioteca quel giorno. Non fosse stato per Damiano probabilmente non avrei mai ricominciato col teatro. Lo devo a lui". Trasmesso in televisione nel 2019, lo sketch ha dato una certa notorietà ai due ed ora è diventato un vero e proprio spettacolo teatrale, lo spettacolo che debutterà il 2 aprile, giornata mondiale dell’autismo, al Martinitt: “I Terconauti", appunto. Da Tercon, il cognome di Damiano e Margherita, con quel suffisso che richiama agli Argonauti e al loro incredibile viaggio alla riconquista del vello d’oro. "Ci sentiamo un po’ così: – dice Margherita –: in un viaggio dai diversi significati".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro