Clienti infastiditi dal figlio, la mamma crea la prima rete di negozi amici dell’autismo: “No a paure e pregiudizi”

Accordo tra onlus, commercianti, Comune e terapiste specializzate. Le attività esporranno un adesivo e avranno referenti per le famiglie. Obiettivo: "Uscire coi nostri figli senza essere giudicati ma sostenuti"

Tutte le anime del progetto insieme nella sala consiliare di Nembro: madri, terapiste, Giunta comunale e commercianti

Tutte le anime del progetto insieme nella sala consiliare di Nembro: madri, terapiste, Giunta comunale e commercianti

“Luglio 2022, siamo in una gelateria. Mio figlio ha una crisi, io e mio marito cerchiamo di calmarlo ma in questi casi servono tempo e pazienza, non ci si riesce all’istante. Ad un tratto il responsabile della gelateria ci viene incontro infastidito e ci dice che avremmo dovuto avvisarlo che il nostro bambino ha una disabilità perché, se lo avesse saputo, ci avrebbe fatto accomodare in una sala separata".

Episodi come questo, reazioni come queste, finiscono per far nascere in Elena Graziani, madre di Alessandro, bimbo con disturbo dello spettro autistico che ora ha 6 anni, un sogno: "Poter entrare in un esercizio pubblico con la tranquillità di trovarvi persone che conoscano l’autismo, che non abbiano un atteggiamento giudicante e, in caso di necessità, siano disposte a collaborare con noi e con i nostri ragazzi".

Un sogno che si scopre essere condiviso. "Quando nostro figlio aveva 3 anni – racconta Elena Piantoni – andavamo a fare la spesa in supermercati lontani da casa: volevamo insegnare a Pietro a stare nel mondo, ma volevamo che imparasse per gradi e il fatto di trovarci in un posto in cui nessuno ci conosceva ci dava la possibilità di fare il nostro percorso senza che lui fosse troppo esposto, se avesse avuto una crisi, e senza che noi fossimo giudicati".

"Perché un intervento terapeutico possa funzionare – sottolinea Chiara Cilloco, madre di Lorenzo, 14 anni – è indispensabile che anche i luoghi che frequentiamo siano pronti e accoglienti". E presto a Nembro lo saranno. Molto presto. Il sogno di Elena, lo stesso sogno delle altre due mamme, ora ha le gambe e la volontà per camminare: quelle dei commercianti locali. Il Comune della Val Seriana si candida a diventare il primo Comune Autism Friendly della Lombardia.

Ad ascoltare le testimonianze di queste tre madri, lunedì sera nella sala consiliare, c’erano proprio loro, gli esercenti, a partire da Cinzia Valoti, presidente di Delesco Nembro, l’associazione di categoria. Diverse le attività gestite dai presenti: ottici e fiorai, ristoratori e parrucchieri, estetisti e fruttivendoli, market e toelettatura, agriturismi e fattorie didattiche. Insieme a loro gli altri protagonisti dell’iniziativa: Elisa Niccolai, direttrice scientifica del Centro StrabiliAba di Albino, e le sue terapiste, Francesca Fontana, tesoriera della fondazione Live Charity, e la Giunta comunale di Nembro, presente col sindaco Gianfranco Ravasio, la sua vice con delega all’Istruzione, Sara Bergamelli, e l’assessora alla Famiglia, Floria Lodetti. Tutti insieme, ciascuno col suo contributo.

I commercianti si impegneranno ad esporre sulle porte di ingresso dei negozi un adesivo sul quale si legge: "Questo esercizio commerciale aderisce al progetto Autism Friendly". Ma anche ad individuare un dipendente che indossi il braccialetto distintivo dell’iniziativa e si assuma il compito di essere, all’interno del negozio, un riferimento per le famiglie delle persone con disturbo dello spettro. Che sappia accoglierne le richieste e collaborare alla risoluzione di eventuali problemi.

"I bambini autistici possono avere difficoltà ad attendere il proprio turno in coda – spiega, a mo’ di esempio, Niccolai –. Per un genitore è importante sapere che all’interno dell’attività c’è un referente, individuabile attraverso il bracciale, al quale si può rivolgere per non rimanere in fila e avere priorità se l’insofferenza del figlio diventasse difficile da gestire. Così come è importante che un ristoratore conosca le rigidità delle persone con disturbo dello spettro rispetto al cibo: mangiano sempre le stesse cose, tagliate o cucinate in un certo modo. Questo non significa che nel frattempo non si lavori per aiutare i ragazzi a saper aspettare in coda, ma non sono risultati che si ottengono in breve tempo".

Se Elena Graziani ha dato l’idea, Live Charity ha fornito gratuitamente adesivi e braccialetti, mentre StrabiliAba ha fatto e farà formazione con i commercianti perché conoscano l’autismo e sappiano leggerne i comportamenti. Lo stesso centro ha fornito loro un decalogo dal titolo inequivocabile: "Non sono maleducato, sono autistico".

Qui sono riepilogati dieci comportamenti tipici degli autistici in modo che loro e i clienti possano distinguerli "senza spaventarsi, senza giudicare, senza ignorarli". "Hanno già aderito all’iniziativa una cinquantina di commercianti – spiega Valoti –, siamo già più della metà. E altri aderiranno". "Il supporto della Giunta comunale è massimo – spiega il sindaco di Nembro –, non a caso abbiamo voluto essere presenti in tre: io e le assessore con deleghe afferenti al tema. È bello che l’iniziativa veda la luce nella sala consiliare, luogo di riferimento della comunità".

Prossima tappa il 22 marzo ad Albino, per esportare il modello. "Mi batterò per l’inclusione di ogni bambino con disabilità in qualsiasi luogo della quotidianità" assicura Graziani. Impegni suggellati col buffet offerto dalla cooperativa Dolci Sogni, dove lavorano persone con disabilità. A proposito di inclusione.

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