REDAZIONE MILANO

Attraversamenti pericolosi, così i pedoni rischiano la vita

Da via Palmanova a viale Testi passaggi da “allarme rosso” tra le corsie. Un mese fa l’ultimo incidente

Attraversamenti di pedoni a Milano

Milano, 15 luglio 2018 - Il più delle volte, il semaforo o le strisce pedonali più vicine sono ad alcune decine di metri. Altre è impossibile non notare ponti o sottopassi a disposizione. Il modo per attraversare in sicurezza ci sarebbe. Ma vuoi per la fretta, vuoi per la pigrizia o per chissà quali altri motivi, tanti pedoni scelgono la scorciatoia. La strada più comoda. Anche se significa lanciarsi in mezzo a corsie trafficatissime finendo a braccetto con auto e mezzi pesanti. Passeggiate pericolose. In certi punti, a furia di passare, gli habituè hanno creato varchi tra le siepi degli spartitraffico oppure scavato sentieri in mezzo al verde delle aiuole tra le strisce d’asfalto. Segni evidenti in via Palmanova, tra gli archi del ponte ferroviario e le vie Tolmezzo e Cambini: la spola da un lato all’altro è continua. Pienone soprattutto il lunedì, giorno di mercato. Il semaforo? Snobbato dai più. Per evitare un pezzo di strada si attraversa fuori dalle strisce, con carrellini e borse della spesa al seguito. L’incidente è in agguato.

In viale Forlanini, lo stradone che unisce Milano all’aeroporto di Linate, lo scorso 19 giugno un 25enne somalo che ha sfidato ubriaco la carreggiata è stato investito da una Toyota Yaris: sarebbe corso in strada senza pensarci due volte, una volta sceso dal bus 73. Un caso unico, per fortuna. Non come quello degli spericolati che scavalcano il guardrail per raggiungere, sempre da viale Forlanini, viale Dell’Aviazione: più comodo sfidare le auto in arrivo piuttosto che attraversare dal sovrappasso. Stesso ragionamento in viale Fulvio Testi, dove all’altezza della fermata del tram 31 Parco Nord-Torretta al confine con Sesto San Giovanni è un’abitudine rischiare la vita camminando tra sei corsie. "Ci sarebbe il ponte ciclopedonale ma non lo usa nessuno...", ammettono i cittadini interpellati. Ieri abbiamo immortalato pure una mamma con bebè in carrozzina e figlioletta per mano. Una routine che tocca persone di ogni età: studenti con zaini e pc, pensionati, lavoratori.

Pedoni indisciplinati pure in luoghi più centrali. Ad esempio? In piazzale Loreto all’angolo con viale Brianza. Arrivando dal piazzale, per raggiungere il lato opposto è possibile servirsi del sottopasso oppure raggiungere le strisce pedonali poco dopo via Deledda. Molti, però, preferiscono l’attraversamento azzardato, camminando in strada fuori dalle strisce pedonali e aspettando il momento in cui per i veicoli scatta il semaforo rosso. Forse, lo stesso ragionamento che ha portato una donna di 86 anni ad affrontare il trafficatissimo cavalcavia Don Milani, tra la zona del Giambellino e il Naviglio Grande, lo scorso 8 febbraio. Erano le 17.45, ed era già buio: la donna stava camminando in un punto privo di zebre, forse per raggiungere più in fretta la fermata del bus 98, ma non ce l’ha fatta. È stata investita da un’auto ed è morta poco dopo in ospedale. In certi luoghi, i passaggi spericolati sono stati impediti con barriere dopo incidenti gravi. È il caso di viale Famagosta, a ridosso della fermata del metrò: il 20 ottobre 2013, sfidare i veicoli senza utilizzare il sottopasso era costato la vita a un’egiziana di 29 anni, al bimbo che portava in grembo e al figlioletto di 9 anni. Ora, in mezzo, è evidente una barriera di reti. Ma nonostante questo c’è chi passa ancora a suo rischio e pericolo, approfittando degli spiragli tra i fili.