BARBARA CALDEROLA
Cronaca

"Associazioni antidoto alle mafie". Ecco perché è giusto risarcirle

Le motivazioni della sentenza che ha condannato dieci ’ndranghetisti della locale di Pioltello e stabilito nello stesso tempo una provvisionale di 17mila euro a Wikimafia aps, costituitasi parte civile.

"Associazioni antidoto alle mafie". Ecco perché è giusto risarcirle

"Associazioni antidoto alle mafie". Ecco perché è giusto risarcirle

Un risarcimento per le associazioni che combattono la mafia in quei territori in cui la presenza della criminalità organizzata "plasma la vita dei cittadini che, spesso, vedono come ineluttabile il fenomeno nella zona in cui vivono". Gruppi che si oppongono alle cosche e portano con sé "messaggi opposti di sicurezza e di rispetto della legalità e di tutela delle libertà individuali e comunitarie".

Con queste motivazioni il gup di Milano Anna Calabi ha destinato 17mila euro a “Wikimafia Aps“ nella sentenza di condanna in primo grado del clan della ‘ndrangheta dei Maiolo-Manno, la potente locale di Pioltello. Dieci le condanne a pene comprese tra i 4 anni e 8 mesi e i 12 anni e 8 mesi di reclusione. A pagare la provvisionale "immediatamente esecutiva" ai volontari entrati come parte civile nel processo sarà il presunto boss Cosimo Maiolo.

"L’espandersi del fenomeno mafioso nella zona di competenza della famiglia – aggiunge la giudice – crea un grave danno alla collettività che si vede costretta a subire le violenze e le intimidazioni". Per questo deve essere "riconosciuto un adeguato ristoro che attraverso le pronunce giurisdizionali acquista maggiori visibilità e autorevolezza e operatività" in quelle aree in cui la presenza della mafia condiziona la vita dei cittadini.

L’inchiesta, con arresti eseguiti un anno fa nell’indagine coordinata dai pm della Dda Paolo Storari e Stefano Ammendola e condotta dalla polizia, aveva accertato che il clan avrebbe fornito appoggio nel 2021 al candidato sindaco del centrodestra, Claudio Fina, non eletto. Gli inquirenti avevano messo in luce come l’organizzazione criminale operasse sia nelle forme "classiche", come il traffico di droga, armi, richieste di pizzo, intimidazioni e usura, sia con quelle più sofisticate, come l’infiltrazione nei business, con la creazione di "serbatoi di manodopera" e "affari" sul trasporto salme in piena pandemia.

Reati, scrive il gup, commessi con la "volontà di rafforzare il potere criminale dell’associazione mafiosa sul territorio". Confiscati anche numerosi immobili tra Pioltello, Peschiera Borromeo e Spino d’Adda e due Jaguar. Cosimo Maiolo era già finito in carcere nel blitz “Crimine-Infinito“ del 2010 e condannato a oltre 11 anni.