Un patto tra ucraini e moldavi. Un’alleanza per condividere know how criminali: i primi si occupavano di rubare le macchine da utilizzare per sbarrare le strade; i secondi pensavano ad assaltare le ditte di logistica per razziarne i magazzini. Una saldatura che nel gergo della malavita dell’Europa dell’Est viene definita "Strelka" . Ed è proprio questo il nome dell’operazione del Nucleo investigativo di via Moscova che si è chiusa martedì con l’arresto di sette dei dodici destinatari (tre ucraini, otto moldavi e un’italiana) dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Natalia Imarisio su richiesta dell’aggiunto Bruna Albertini e del pm Maria Cristina Ria. Nel corso delle perquisizioni, è stato sequestrato anche un fucile d’assalto.
L’inchiesta dei carabinieri, guidati dal colonnello Antonio Coppola e dal tenente colonnello Fabio Rufino, è scattata il 5 gennaio 2022, quando è arrivata la notizia di un furto andato in scena il 28 dicembre 2021 alla Esprinet di Cambiago "per un bottino di dispositivi informatici del valore complessivo di oltre 110mila euro". A quel punto, i militari hanno riguardato a ritroso vari raid simili avvenuti tra Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna a partire dal 2020, cercando similitudini nel modus operandi. Lo screening ha consentito di individuare una serie di blitz analoghi a quello di Cambiago e di "agganciare" due dei principali indagati, il quarantenne ucraino V.N. e il cinquantenne moldavo I.P. Da lì sono partite le intercettazioni, che hanno portato a captare alcune conversazioni-chiave: "Il ciccione ha detto che c’è un compleanno, ma io ho detto che non ci vado", la frase di V.N. Tradotto: I.P. (il "ciccione") mi ha proposto un affare (il "compleanno"), ma ho deciso di non accettare l’offerta. Negli atti, si parla di quattro irruzioni notturne tra il Trevigiano (articoli elettronici), la Bergamasca (furto a vuoto), Trezzano sul Naviglio (oro, rame e nichel) e la provincia di Venezia (138 paia di scarpe Chanel e 48 di Bottega Veneta): nel primo caso, in particolare, la banda ha posizionato quattro furgoni con gli pneumatici tagliati in mezzo alla strada e si è aperta un accesso illegale all’autostrada tagliando il guardrail e posizionando due rampe di carico tra la carreggiata della A4 e la ditta. In altre occasioni, sono stati usati chiodi a tre punte.