SIMONA BALLATORE
Cronaca

In corso Italia l'asilo nel bosco: cascate, piante e colori fatti di frutta

Micro nido e materna ispirati ai servizi europei immersi nel verde

I volti dell'asilo nido Dadà

Milano, 11 aprile 2017 - Si va a scuola nel bosco. Cascate e piante alle pareti, in una Milano dominata dal cemento spunta un’oasi dove i bimbi crescono circondati dalla natura. Anna Podestà, pedagogista e mamma di tre fanciulli, da anni porta in città la sua rivoluzione: si chiama scuola Dadà. A settembre ha aperto i battenti in Corso Italia 66 il micro nido al quale, da una settimana, si è aggiunta anche la scuola materna dai due ai sei anni. Classi bilingue – i gruppetti sono guidati da insegnanti di italiano e di inglese, madrelingua – in cui il rapporto è sempre di un insegnante ogni cinque bimbi. A monte l’idea della pedagogia esperienziale, e ci si ispira ai principi educativi degli asili nel bosco europei riadattandoli al contesto urbano. «L’idea green nasce per permettere ai bambini di sperimentare la natura quotidianamente e non solo in vacanza o nel finesettimana. Basta con la vita “a scatole”, torniamo a vivere esperienze – spiega la fondatrice – così abbiamo ricreato un bosco, realizzando spazi speciali con arredi ecologici. Si gioca poi con elementi naturali, non ci sono giochi prefabbricati ma balle di fieno, legnetti con cui creare di tutto. Abbiamo i colori, ma quando possibile li creiamo noi, con frutta e verdura schiacciata».

Scordatevi i soliti «lavoretti» e la giornata scandita rigorosamente da lezione, merenda e ora del riposino. «Quello che non deve mancare è l’ora dello stupore – continua Anna Podestà – ci deve essere tutti i giorni. Non mancano le regole ma, se i bambini crescono più liberi, vengono interiorizzate meglio e cresce la voglia di scoprire e inventare. Siamo abituati alla scuola del fare ma prima di tutto dobbiamo lavorare sull’essere del bambino. Serve poi flessibilità, seguendo le esigenze del bambino, che deve essere se stesso». Una volta alla settimana si esce alla scoperta di Milano e del «mondo», si va al mercato a prendere frutta di stagione o col pulmino di Dadà si raggiungono le cascine dell’hinterland.

«Andiamo in fattoria a mungere il latte e poi quel latte lo ritroviamo a tavola, ovviamente con le dovute certificazioni e in tutta sicurezza», racconta la pedagogista. «Anche a pranzo – continua – siamo attenti a prodotti a chilometro zero e coltiviamo sapori. Abbiamo anche il nostro orto. L’idea di uscire dalla routine è fondamentale». C’è poi un servizio h24. «Su richiesta capita di tenere i bimbi a dormire – conclude la pedagogista – capitano emergenze e non sempre si riesce a trovare una tata fidata. È successo anche a me, proprio da quell’esperienza ho creato questo servizio. Ci sono sempre due persone compresenti e siamo in contatto con ‘Codice verde’ centro pediatrico di soccorso»