Ascesa e declino di Rocchi "Faremo opposizione, vigileremo"

Ascesa e declino di Rocchi  "Faremo opposizione, vigileremo"

Ascesa e declino di Rocchi "Faremo opposizione, vigileremo"

"Mi sono congratulato e ho augurato buon lavoro a Stefano Zanelli. Faremo opposizione e vigileremo nell’interesse dei cittadini, che quando si esprimono hanno sempre ragione e che hanno scelto la coalizione che non ha litigato. Ringrazio i tanti elettori che hanno scelto la mia lista, la più votata in città". Angelo Rocchi oggi avrebbe avuto davanti a sé ancora due anni di governo, se non fosse rovinosamente caduto a luglio, dopo che per 8 volte la sua maggioranza non garantì i numeri per l’approvazione del bilancio. Arrivò il commissario e la Lega si spaccò: da un lato i suoi fedelissimi e dall’altro Dania Perego. Appena 18 mesi di rimpasti, deleghe revocate e ridistribuite, assessori "licenziati" dalla sera alla mattina, come il leghista Simone Rosa. Anche 18 mesi di indagini su appalti, piani urbanistici, multe "scomparse". Eppure Rocchi resta il sindaco più amato della città. Lo ha dimostrato al primo turno, quando con una civica nuova di zecca ha preso il 18%, lasciando tutti a bocca aperta. Oltre 3mila voti, 4mila se sommati alla lista Noi Moderati. Nel 2015 era stato "il sindaco straniero", che da Cernusco aveva espugnato Cologno, dando il via a quell’onda verde che avrebbe travolto tutto il Nord Milano: dopo la sua vittoria arrivarono quelle di Roberto Di Stefano a Sesto e di Giacomo Ghilardi a Cinisello. Cologno fu il primo Comune a passare al centrodestra, seguito poi anche dai municipi minori di Bresso, Cormano, Cusano. Nel 2020 aveva stravinto al primo turno col 58,56% (12.222 voti), lasciando il centrosinistra unito al 25%. Ascesa e declino per l’architetto senza più cerchio magico, che ora starà all’opposizione insieme ai competitor e che si è beccato pure l’espulsione dalla Lega dopo 30 anni.

Una decisione che ballava dalla scorsa estate, quando il partito aveva procrastinato fino a dimenticarsi delle fratture interne. A novembre la fuga in avanti e la nascita della sua civica. Ma chi esce dalla Lega e si fa il suo partito ne resta fuori per sempre. "Non ci hanno espulso, siamo noi che non abbiamo rinnovato le tessere perché non ci riconosciamo più in Lega", dicono i fedeli con Rocchi. Solo poco prima l’ex sindaco aveva fatto appello proprio agli elettori del partito, sbandierando tessere e storica appartenenza. Giuseppe Di Bari lo ha voluto per vincere. Con quella dote non si poteva perdere, ma la matematica, si sa, in politica non vale. La.La.