Milano, ascensore rotto a scuola. Incubo per una bimba disabile

La mamma porta in braccio la piccola per due rampe di scale. "Mangia in classe da sola. Vergognoso che dopo dieci giorni non sia stato ancora riparato"

Da dieci giorni la madre della piccola la porta in braccio per due rampe di scale

Da dieci giorni la madre della piccola la porta in braccio per due rampe di scale

L’ascensore di una scuola elementare in zona Porta Genova è rotto da dieci giorni. E ogni mattina una mamma deve portare in braccio per due rampe di scale la figlia di nove anni disabile, che mercoledì, mentre i compagni scendevano a mensa per pranzo, è rimasta da sola in classe a mangiare con l’insegnante di sostegno. A denunciare la situazione è proprio la madre della piccola, per la quale "c’è stata molta leggerezza" nel far mangiare in classe e non a mensa la bambina, che soffre di una patologia che le rende estremamente difficoltoso fare le scale. "Sono sicura che sia stato fatto in buona fede, ma ci vuole anche intelligenza, si lavora tanto per l’inclusione e poi – si domanda – si lascia mangiare una bambina da sola? Non so chi abbia avuto questa ideona, ma si potevano confrontare con noi genitori, perché mia figlia ci è rimasta malissimo". Ed è "vergognoso che dopo dieci giorni non sia ancora stato riparato un ascensore in una scuola pubblica".

"Chiamo ogni giorno per avere notizie sul pezzo mancante di questo ascensore", la replica del dirigente scolastico, che aggiunge: "A volte è la realtà pratica a essere politicamente scorretta". Tuttavia, la difesa, "dal punto di vista dell’attenzione nessuno ci può dire nulla: escludo qualsiasi sciatteria, semplicemente l’insegnante di sostegno ha ritenuto che far mangiare la bambina in classe fosse la soluzione migliore. Nell’emergenza si cerca sempre di agire in modo equilibrato, e anche la mamma ammette che da parte degli insegnanti c’è sempre stata la massima attenzione nei confronti della bambina". La speranza è che il guasto possa essere aggiustato nel più breve tempo possibile e che l’alunna possa tornare a vivere la scuola nello stesso modo in cui la vivono quotidianamente i suoi compagni di classe.

 

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