
L'imprenditore russo Artem Uss
Milano – I legali italiani di Artem Uss, l'uomo d'affari russo evaso dai domiciliari a Basiglio il 22 marzo, il giorno dopo che la Corte d'Appello aveva dato il via libera all'estradizione verso gli Usa, hanno depositato oggi il ricorso in Cassazione contro la decisione dei giudici milanesi. Mentre l'imprenditore, stando alle dichiarazioni da lui rilasciate ieri ad un'agenzia di Stato, si trova già in Russia, con tutta probabilità grazie anche all’aiuto dei servizi segreti del Cremlino.
Gli avvocati Vinicio Nardo e Fabio De Matteis hanno depositato stamani il ricorso alla Suprema Corte contro l'estradizione decisa dalla quinta sezione d'appello milanese (giudici Nova-Barbara-Arnaldi), che aveva riconosciuto, però, solo due delle quattro accuse contestate dagli Stati Uniti, ossia la violazione dell'embargo sul petrolio venezuelano e la frode bancaria. E aveva escluso quella più delicata, ovvero il presunto traffico di materiale civile e militare “dual use” anche nei primi mesi della guerra in Ucraina.
La Procura generale di Milano sulle due imputazioni non riconosciute non ha presentato ricorso, considerando anche che Uss, poi, è scappato, sfruttando il fatto di essere stato messo ai domiciliari a dicembre. Sul blitz per portarlo via, messo in atto da una «batteria operativa» e gestito da un «secondo livello». Intanto, su una chat Telegram russa è stato scritto che «la fuga è stata organizzata da un ex ufficiale delle forze speciali dell'esercito italiano, che vive a Mosca da più di 6 anni».
E ancora: «l'italiano ha attirato all'evento un certo numero di persone dalla Croazia. Sono stati utilizzati anche veicoli con numeri croati. Durante la fuga, a Uss è stato consegnato un passaporto russo con un cognome diverso. Uno dei paesi utilizzati per la fuga è la Turchia». Investigatori e inquirenti analizzeranno anche questi messaggi, ma alcuni elementi sono in contrasto con evidenze già agli atti dell'inchiesta.