NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, preso l’ex narcos-manager di Niguarda

Nel 1992 guidava una gang di trafficanti che reinvestiva in immobili. Ora il nuovo arresto per spaccio

L’operazione è stata condotta dagli agenti della Polizia locale in borghese

Milano, 29 dicembre 2019 - Dai traffici su larga scala allo spaccio di droga al dettaglio. In estrema sintesi, la parabola criminale di Ignazio Gulizia, catanese di 58 anni arrestato qualche giorno fa dai vigili dell’Unità contrasto stupefacenti. Finito in carcere nel 1992 perché considerato il capo della cosiddetta "baby gang di Niguarda" (anche se lui di anni ne aveva già 31 all’epoca), il pregiudicato ci è ricascato. L’indagine-lampo è nata dalla dritta di una fonte confidenziale, che ha riferito ai segugi di piazza Beccaria di movimenti sospetti in via Palmanova. Così gli agenti in borghese si sono appostati nei pressi del bar “segnalato“ e alle 18.45 hanno visto arrivare una Fiat 600 guidata proprio da Gulizia. L’uomo ha posteggiato l’auto ed è entrato; poco dopo, il proprietario dell’esercizio commerciale è uscito, ha abbassato la saracinesca ed è rientrato dalla porta sul retro.

A quel punto , i ghisa hanno deciso di entrare in azione: la perquisizione all’interno del bar, effettuata con l’ausilio dell’unità cinofila, ha dato esito negativo; nelle tasche di Gulizia sono stati invece trovati 2.150 euro in contanti, dei quali l’uomo non è riuscito a giustificare la provenienza e in parte rivelatisi falsi (1.150 euro in 23 banconote da 50). Poi i controlli degli investigatori si sono concentrati sulla macchina del cinquantottenne: dall’abitacolo sono spuntati 47,5 grammi di hashish e 0,8 grammi di marijuana. Il grosso dello stupefacente era a casa di Gulizia, un appartamento al quarto piano di uno stabile di Paderno Dugnano: in un mobile della camera da letto erano nascosti 269,5 grammi di cocaina e un bilancino di precisione, mentre in un armadio sono stati ritrovati e sequestrati quattro panetti di hashish (identico a quello scoperto a bordo della 600) per un peso complessivo di 189,04 grammi. A operazione conclusa, Gulizia è stato indagato per il possesso di soldi fasulli e arrestato in flagranza per detenzione ai fini di spaccio; su disposizione del pm di turno Bianca Maria Baj Macario, il pregiudicato è stato portato a San Vittore in attesa dell’udienza di convalida. Come detto, non è la prima volta che il catanese entra in un carcere. All’alba del 12 febbraio 1992, era stato ammanettato dalla polizia a valle di una maxi inchiesta su un’organizzazione criminale che aveva preso possesso delle principali piazze di spaccio del quartiere Niguarda. Stando alle indagini, la gang di ragazzi era riuscita a fare il salto di qualità, passando dalle forniture di hashish ai "cavallini" nordafricani ai contatti con i narcos sudamericani per l’acquisto di ingenti quantitativi di cocaina.

La forza della banda , di cui Gulizia era il capo riconosciuto (in primo grado fu condannato a 14 anni), stava anche nella struttura interna e nella ferrea disciplina imposta ai sottoposti: chi sgarrava veniva preso a bastonate e costretto a pagare una multa per lo sgarbo al resto del gruppo. L’inchiesta aveva fatto emergere che i vertici della piramide, che si muovevano con auto di lusso e usavano telefoni cellulari (una rarità ai tempi), reinvestivano i proventi dell’attività illecita nell’acquisto di appartamenti e negozi (una quindicina quelli finiti sotto la lente tra Milano e la riviera ligure). Alcuni degli immobili erano nella diretta disponibilità di Gulizia, se è vero che il nome del cinquantottenne figura per ben 9 volte nell’elenco dei proprietari di beni confiscati dalla magistratura in Lombardia, associato ad altrettante abitazioni nel capoluogo (8) e a Cinisello Balsamo (1) acquisite dallo Stato nel 1996. Strascichi giudiziari di quei provvedimenti sono arrivati fino ai giorni nostri: lo scorso 11 ottobre, la Cassazione ha rigettato in via definitiva il ricorso della sorella di Gulizia contro la confisca della casa di Cinisello.