REDAZIONE MILANO

Aree tutelate e caccia libera. È dietrofront

L’emendamento che aveva scatenato la protesta dei presidenti dei Comprensori Alpini, in particolare di quelli bresciani, è stato ritirato dallo...

L’emendamento che aveva scatenato la protesta dei presidenti dei Comprensori Alpini, in particolare di quelli bresciani, è stato ritirato dallo stesso consigliere regionale che lo aveva proposto: Carlo Bravo, eletto nelle fila di Fratelli d’Italia. Più precisamente ieri, nel corso del Consiglio regionale dedicato all’ordinamentale, Bravo ha presentato un emendamento che ha soppresso quello contestato, contro il quale si era schierato pure l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi. L’emendamento in questione, come denunciato dai presidenti dei Comprensori Alpini che avevano sottoscritto un appello al governatore Attilio Fontana, allo stesso Beduschi e a tutti i consiglieri lombardi perché non venisse approvato, avrebbe consentito "di fare appostamenti fissi di caccia praticamente ovunque", in aree sottoposte a maggior tutela. Infatti sarebbe stato "impossibile certificare l’avvistamento di un selvatico in ciascuno dei 3 anni precedenti entro soli 200 metri da un determinato punto proprio per le tipologie di censimento e per il fatto che gli animali non sono immobili", come si spiegava nella missiva. E si sarebbero messi "a rischio i fragili equilibri di un territorio che per le sue caratteristiche è detto di maggior tutela".

Gi.An.