Appeso a una perizia il destino dell’ecomostro

In arrivo l’ultima analisi tecnico-economica che potrebbe sciogliere il nodo . Palazzone degradato: ipotesi abbattimento impraticabile, l’obiettivo è vendere

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di Monica Autunno

L’ultima perizia tecnico-economica sarà consegnata all’amministrazione comunale lunedì mattina: un aggiornamento indispensabile su stato e, soprattutto, valore economico aggiornato dell’immobile. Poi arriverà una nuova gara per l’alienazione. E così l’amministrazione comunale spera, nel giro di breve tempo, di levarsi dal fianco una delle sue spine più dolorose, quella del palazzo "ecomostro" di via Matteotti. Sei piani, decenni di vita, ha ospitato case comunali sino a una decina d’anni fa, è disabitato dal 2013 e oggi ostaggio di un inarrestabile degrado, nel pieno centro storico e a pochi passi da piazze e municipio. Sporcizia e topi, segnalati, a più riprese, dai residenti della zona in più d’una raccolta di firme. L’ipotesi di una demolizione tout court, da molti auspicata, è ad oggi impercorribile. Si spera nella vendita. Un operatore interessato sarebbe già in pista, con un progetto di housing sociale.

"Prima però - così l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune Francesco Ferrari - bisogna avere le idee chiare sui numeri". È una vicenda annosa e complicata quella del palazzone che "cuce" via Matteotti con piazza Risorgimento, vuoto, fatiscente e dall’aspetto non rassicurante sul fronte strutturale "anche se da questo punto di vista - così Ferrari - non vi sono problemi o rischi, è tutto perfettamente in sicurezza. Il problema sono le condizioni igieniche e il degrado. Ci segnalano spesso e volentieri topi. Bisogna risolvere". Uno step importante nella storia dell’edificio si consumò una decina di anni fa, quando il Comune ottenne dalla Regione l’ok per lo spostamento degli inquilini, trasferiti in altri alloggi. Sono tuttavia rimasti aperti problemi di vario ordine. Primo, i vincoli, "relativi appunto al fatto che nell’immobile insistevano alloggi popolari. Stiamo interfacciandoci con gli uffici regionali per ottenerne la rimozione". E poi, la vendita. Vari tentativi di alienazione in passato sono rimasti lettera morta, ora un operatore, già al lavoro su un progetto di housing sociale, sarebbe interessato e in attesa, "ma occorre avere una stima sul valore del complesso oggi. Sulla base del quale procederemo ad una gara". Solo dopo l’alienazione e la cancellazione dei vincoli ostativi si potrà pensare ad abbattimento e ricostruzione, "cui provvederà eventualmente il privato - ancora Ferrari - . Noi non possiamo in alcun modo muoverci in questa direzione, incorreremmo nel danno all’erario. La vendita, invece, veicolerà nuovi investimenti sulle altre case comunali della città, che hanno bisogno di interventi".

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