Milano, salta l’appalto per i ticket nei musei

Il Tar annulla la gara da 1,4 milioni per Castello, Novecento e Gam

I vincitori hanno applicato agli addetti all'assistenza il contratto da guardie giurate

I vincitori hanno applicato agli addetti all'assistenza il contratto da guardie giurate

Milano, 3 ottobre 2019 - «Cosa vuoi visitare? Quanti biglietti desideri?». Per comprare il tagliando d’accesso ai Musei civici milanesi, basta andare sul sito midaticket.it , selezionare la location tra le sette a disposizione e compilare il form per l’acquisto. È uno dei servizi garantiti ai visitatori dall’appalto lanciato dal Comune nell’aprile del 2018 per dare in gestione a un unico operatore le biglietterie sia on line che on-site (cioè materialmente sul posto) di Castello Sforzesco, Museo Pietà Rondanini, Museo archeologico, Galleria d’arte moderna, Acquario civico, Museo di storia naturale e Museo del Novecento. Peccato che quel contratto da 1,46 milioni di euro per tre anni sia stato annullato due giorni fa dal Tribunale amministrativo della Lombardia, che ha revocato l’aggiudicazione al raggruppamento temporaneo d’imprese formato da Rear e Mida Informatica srl e ordinato alla «stazione appaltante ( Palazzo Marino, ndr ) di riattivare la procedura di gara dalla fase immediatamente antecedente all’adozione» dei provvedimenti annullati.  

Il collegio presieduto da Angelo Gabbricci ha accolto il ricorso presentato dai secondi classificati del tandem formato da Società Cooperativa Culture e Vivaticket spa, che hanno contestato agli avversari arrivati primi con 79,7 punti (e una proposta economica inferiore del 33,49% rispetto alla base d’asta da 2,145 milioni di euro) di aver adottato per i dipendenti il contratto «Servizi fiduciari», così da poter «offrire un ribasso di gran lunga superiore rispetto alle offerte economiche presentate da tutte le altre partecipanti». Quel tipo di accordo nazionale, la tesi degli sconfitti condivisa dal Tar, «riguarda la vigilanza armata e non armata» e quindi «si applica al personale cui viene richiesto di effettuare attività di vigilanza e custodia in senso stretto»; invece, aggiungono i giudici, «la procedura di gara riguarda l’affidamento del diverso servizio di gestione integrata delle attività di prenotazione, biglietteria inviti, accreditamenti e accoglienza». In altri termini: «L’oggetto dell’appalto attiene all’accoglienza del pubblico in senso lato, mentre il contratto collettivo nazionale di lavoro “Servizi fiduciari” attiene alla custodia e sorveglianza dei siti».

Quindi, secondo il Tribunale, Rear e Mida avrebbero dovuto applicare il contratto «Multiservizi» e quello per i dipendenti da aziende del terziario, della distribuzione e dei servizi. Conclusione: la Direzione Cultura del Comune «ha illegittimamente omesso di rilevare l’inidoneità/impertinenza del contratto per i servizi fiduciari». Conseguenza immediata: annullamento dei provvedimenti impugnati. Cosa succede ora? Ieri era ancora possibile acquistare biglietti sulla piattaforma informatica, anche perché la sentenza è stata notificata alle parti nel tardo pomeriggio di martedì. Gli uffici comunali competenti e l’Avvocatura stanno studiando la documentazione per decidere il da farsi.

Le alternative: prendere atto del verdetto e rifare la procedura oppure rivolgersi al Consiglio di Stato, sperando che i giudici di secondo grado ribaltino la sentenza. Nel frattempo, l’interrogativo rimane: chi si occuperà di vendere i biglietti e gestire l’accoglienza delle centinaia di migliaia di visitatori che ogni anno (1,16 milioni di persone nel 2017 con incassi pari a 1,8 milioni di euro) affollano i musei meneghini?

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