
L’acchiappasciami al lavoro in via Antona Traversi a Quarto Oggiaro
Milano, 21 agosto 2019 - Di solito capita di vederli in primavera. Ma non è raro che gli sciami di api invadano angoli di città anche in estate, anche a fine agosto. Una nuvola anomala ha allarmato i cittadini di via Antona Traversi, in zona Quarto Oggiaro, tra lunedì e ieri: la «macchia» di insetti si è impossessata di un cilindro di granito che tiene alla larga le auto tra le strisce pedonali e lo spartitraffico in mezzo alla carreggiata.
Che fare? Dopo l’intervento del Nuir (Nucleo intervento rapido) del Comune che ha transennato la porzione di via e collocato nastri di plastica nella zona colonizzata dalle api, la polizia locale ha chiesto l’aiuto di un «acchiappasciami». Così sono chiamati gli apicoltori che intervengono ogni volta che in città si presenta un fenomeno del genere: con pazienza riescono ad «attirare» le api in una cassettina-arnia, che poi trasporteranno nelle proprie postazioni. È questa la loro ricompensa. Ieri, alle 10, come segnalato dall’assessore del Municipio 8 Fabio Galesi, uno di loro è intervenuto in via Traversi dopo la segnalazione dei cittadini. Gli «acchiappasciami» fanno parte dell’Apam, associazione produttori apistici della provincia di Milano, e si mettono a disposizione per casi come questo. «Collaboriamo con la polizia locale, i vigili del fuoco e con chiunque ci chieda aiuto - spiega Marcello Ventura, vicepresidente Apam e tecnico -. Di solito è in primavera che assistiamo alla ‘febbre sciamatoria’, una condizione che induce le api a cercare altre collocazioni in funzione dello sviluppo della famiglia. Ma anche adesso si può verificare il fenomeno».
Fa parte del ciclo annuale degli alveari. «Quando l’ape regina ‘vecchia’ abbandona l’alveare in favore della nuova regina che dovrà nascere, lo sciame si divide: alcune api operaie seguono la ex regina, altre restano. Chi parte va alla ricerca di un nuovo territorio». Così capita di vedere sciami in luoghi inconsueti, come un cilindro anti sosta in mezzo alla strada. Per «catturarli», l’apicoltore usa delle arnie portasciame piccole, di quelle utilizzate per la costruzione dei favi (raggruppamento di celle esagonali a base di cera d’api) a cura delle api. «A volte - spiega Ventura - è necessario più di un intervento per far spostare lo sciame, perché, finché non entra l’ape regina, le altre resteranno sempre fuori». In via Traversi è andato tutto liscio al primo tentativo.