"Antonio fatto a pezzi col coltello da cucina"

L’autopsia sul corpo dell’uomo ucciso dal figlio Gianluca avrebbe accertato la compatibilità dell’arma con le ferite sul corpo

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di Laura Lana

Lo ha ucciso e poi smembrato. E alcune parti del corpo le ha infine disossate. Tutto con un coltello da cucina. Così, Gianluca Loprete ha massacrato suo padre Antonio, il 57enne dirigente di banca, che da qualche mese era in aspettativa a causa della depressione e che temeva che il figlio potesse soffrire della sua stessa malattia. A confermare la compatibilità tra l’efferato delitto e l’unica arma, che i carabinieri avevano trovato nell’appartamento di via Saint Denis, è stata l’autopsia. L’esame è andato avanti fino al pomeriggio. Con quel coltello Gianluca, studente 19enne dell’istituto Cartesio, ha prima ucciso il padre a coltellate, mentre si trovava nella camera da letto: sono state riscontrate, infatti, diverse ferite da taglio sul tronco e sugli arti. Poi lo ha fatto a pezzi.

L’arma analizzata è stata ritenuta compatibile sia per le coltellate che per l’opera chirurgica avvenuta successivamente. Sarà ora la relazione autoptica a definire gli altri dettagli essenziali, come l’orario in cui è avvenuto l’omicidio e l’arco temporale tra quel momento e la telefonata al 112 con la confessione ("Correte, ho ucciso mio padre"). In ogni caso, su quel corpo, Gianluca deve essersi accanito per ore. Un livore che solo tre mesi fa aveva visto il 28enne Daniele Gandolfo, a Cologno Monzese, assalire la madre Maria Begoña Gancedo Ron con un coltellino svizzero e, sempre con quello, sventrarla. Si resta ancora in attesa degli esiti degli esami tossicologici: più che tracce di sostanze stupefacenti, si vuole verificare se Gianluca fosse sotto l’effetto di psicofarmaci o di un mix di antidepressivi. Oggi si comincerà, invece, ad analizzare nel dettaglio il materiale informatico, che è stato sequestrato dall’appartamento di via Saint Denis. Un perito andrà a scandagliare chat, messaggi, conversazioni sui social per ricostruire gli ultimi giorni che hanno preceduto il delitto. In particolare, si cercano eventuali propositi omicidi: il 19enne avrebbe potuto annunciare a qualcuno le intenzioni verso il padre oppure raccontare il rapporto col genitore, anche se la rete dei famigliari e dei vicini ha escluso liti o dissidi. Dalle ultime pagine esplorate sul web, si vuole anche verificare se Gianluca abbia cercato qualche “ istruzione” su come smembrare e sezionare il cadavere del padre, dopo averlo ucciso.

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