Occupazioni, blitz in banca e zone franche: è la Milano anarchica e antagonista

Presenza radicata alla Barona e al Corvetto, il fortino in via Gola. Attacchi alla finanza, gestione degli abusivi nelle case popolari. Poi il patto con i pusher. Il caso 41 bis miccia di una bomba innescata

Le scritte apparse sui muri della città e in Darsena contro il carcere duro

Le scritte apparse sui muri della città e in Darsena contro il carcere duro

Una presenza radicata alla Barona e al Corvetto ma anche nelle zone di San Siro e di via Gola, accanto al Naviglio Pavese, e all’estrema periferia Nord, in Bovisasca. Sono i punti caldi della “galassia anarchica“ a Milano, le cui tracce compaiono sui muri con messaggi eloquenti contro le forze dell’ordine, gli arresti di militanti e il 41-bis ma anche a favore delle occupazioni abusive delle case popolari. Sempre evidente l’insofferenza "al sistema". Tracce che prendono corpo con azioni incendiarie e atti vandalici: il lancio di molotov sulle auto della polizia locale in via Balilla, lunedì notte, è solo l’ultimo attacco, rivendicato due giorni dopo con una mail anonima ripresa da un sito web di area anarchica. Appeso, la notte tra lunedì e martedì, uno striscione sul ponte del Naviglio Pavese.

Raid che puntano al sostegno di Alfredo Cospito, l’ideologo della Fai, Federazione anarchica informale, al 41 bis e in sciopero della fame da più di 100 giorni. Così era stato anche lo scorso 6 novembre, quando un uomo e una donna del circolo Galipettes avevano scalato all’alba la gru del cantiere di via Verdi accanto al Teatro alla Scala srotolando lo striscione con la scritta "41 bis=tortura". Si aggiungono i presìdi in piazza Duomo e a Porta Genova, rispettivamente a fine dicembre e a metà genaio. Ora, due nuove appuntamenti sono stati annunciati: domani alle 18 in piazza Duca d’Aosta e sabato alle 14.30 all’ingresso del carcere di Opera, dove Cospito è stato trasferito.

Ma gli anarchici attirano l’attenzione anche per altri motivi. La notte tra il 7 e l’8 ottobre 2021 era stata presa di mira la sede del Partito democratico di via San Faustino, all’Ortica. Qualcuno aveva frantumato i vetri con un martello; poi, 5 giorni dopo, in un messaggio anonimo comparso sul web si faceva riferimento a un "infame partito" che "tende a favorire l’élite e a peggiorare le condizioni di vita dei meno abbienti". Dopo neanche tre settimane (la notte tra il 27 e il 28 ottobre), due auto della società di vigilanza privata Skp erano stata incendiate. Perché? Gli anarchici l’accusarono di aver assunto il "ruolo di vero e proprio corpo di polizia e paramilitare, in grado di affiancare le tradizionali forze armate".

Un capitolo è per gli assalti ai bancomat: la notte tra il 21 e il 22 dicembre del 2021, colpita la filiale Unicredit di piazza Ohm, con un ordigno artigianale che ha distrutto l’ingresso e gli sportelli bancomat: "Il colosso bancario, presieduto dall’ex ministro dell’economia Padoan, è il secondo istituto di credito in Italia ed è presente in diciotto paesi. Da anni finanzia l’esportazione di armi e sistemi militari e fra i suoi azionisti figura Black Rock, leader mondiale dei fondi d’investimento", il messaggio. “Riposo“ poi per 5 mesi: il 20 maggio 2022, rivendicato il danneggiamento del bancomat di Intesa Sanpaolo in via Rapisardi, a Bruzzano: "Questa azione mira a colpire uno dei tanti affaristi implicati nella guerra in Ucraina", la motivazione, corredata, per la prima volta, da un riferimento diretto al caso Cospito. Sulla lista anche il blitz di cinque incappucciati il 3 settembre a un gazebo di FdI in viale Papiniano.

Al Corvetto, poi, è emersa una sorta di alleanza tra pusher e anarchici, un patto anti-Stato che si fonda anche sul controllo dei raid illegali negli alloggi popolari (e della popolazione di abusivi). Lo scorso 26 aprile, esponenti di Galipettes e Corvetto Odia avevano cercato di impedire a polizia e tecnici Aler di sgomberare un appartamento. E la situazione resta tesa.

 

 

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