MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Quando la città di Milano cancellò undici Paesi oltre le mura, cent’anni fa

Nel 1923 la città si allargò inglobando undici Comuni, tra cui Affori, Gorla, Lambrate, Vigentino, Baggio e Chiaravalle

Vecchia fotografia di Affori, via Vincenzo da Seregno

Quel che resta degli antichi Comuni che un tempo incorniciavano Milano, prima di diventarne parte, non è solo in vecchie cartoline. Vive nei palazzi, negli affreschi, nelle cascine. È nei racconti di chi ancora ricorda "com’era una volta" pensando alle storie sentite da bambino; è sulle facciate degli ex Municipi poi trasformati in altro. È sulle strade che ancora sembrano proiettarsi verso un centro dove non brilla la madonnina.

Ma altro. È nel senso di comunità, nelle feste e nei rituali che resistono tramandati alle nuove generazioni dentro una città che si rinnova di continuo. Sono passati cento anni: era il 14 dicembre 1923 quando il sindaco di Milano Luigi Mangiagalli comunicava che i Comuni, fino ad allora autonomi, di Affori, Baggio, Chiaravalle, Crescenzago, Gorla (già unito a Precotto), Greco, Lambrate, Musocco, Niguarda, Trenno e Vigentino venivano "definitivamente aggregati a Milano" a seguito del Regio decreto n. 1912 del 2 settembre 1923.

L’inglobamento dei Paesi

Turro era stato inglobato nel 1918 per problemi amministrativi e finanziari. Il sindaco "rivolge loro un augurale saluto e confida nella loro valida collaborazione alla attività cittadina". Va da sé che per Milano il 2023 sia un anno importante, proprio perché un secolo fa si è costituita la città così come la conosciamo grazie all’annessione degli undici comuni confinanti che allora diventarono quartieri, parte integrante del tessuto urbano.

Il Comune dei Corpi Santi

Prima ancora, nel 1808, alla città era stata aggiunta tutta la cintura oltre le mura spagnole, appena fuori dal centro storico che allora segnava i confini di Milano: il Comune dei Corpi Santi, con cascine e immense aree rurali gestite soprattutto da enti religiosi o possidenti, ma non solo. Nel 1816, con la restaurazione austriaca, i Corpi Santi si staccarono di nuovo dalla città per poi tornare a esserne parte nel 1873, 150 anni fa.

I centenari milanesi nati in uno degli ex borghi hanno ancora scritto, sulla carta d’identità, “Nato ad Affori" o a Greco o a Lambrate. Documenti preziosi perché riportano la mente a quando Milano non era ancora così come la conosciamo. "Quindi il 2023 è un anno doppiamente importante: si celebra il centenario dell’annessione degli undici comuni ma anche il 150esimo anniversario dell’abbraccio della città ai Corpi Santi", spiega Roberto Schena, giornalista, presidente dell’associazione “Antichi borghi milanesi" nata lo scorso ottobre, che unisce tutti gli storici "senza titoli accademici" occupatisi di questi luoghi "che sono i centri storici delle periferie, ricchi di arte e di bellezza sia nell’architettura e sia nel paesaggio.

La bellezza della vituperata periferia

Gli angoli più belli di Milano sono nella tanto vituperata periferia. Perché viale Certosa si chiama così? Per la presenza della Certosa di Garegnano, la nostra cappella Sistina, con affreschi anche sulla volta, a cura di Daniele Crespi. Ma ha anche altri tesori, come la Natività e l’Adorazione dei Magi ad opera di Simone Peterzano, maestro di Caravaggio. Pensiamo anche alla ricchezza dei paesaggi agrari ancora integri, a Chiaravalle, dove l’abbazia era così come la vediamo oggi già 50 anni prima della posa della prima pietra del Duomo, con una serie incredibile di affreschi. Peccato che il chiostro del Bramante fu demolito nell’Ottocento". E questi sono solo due esempi.

Il desiderio è che questi quartieri-ex Comuni diventino anche meta di turismo "colto, interno alla città metropolitana". Ma anche che la "Grande Milano" festeggi il doppio compleanno della sua espansione. "Stiamo organizzando un grande convegno insieme al Comune di Milano – annuncia Schena – che sarà prima dell’estate, in una sede prestigiosa. La nostra associazione è nata dopo che una cinquantina di persone ha rivolto un appello a Palazzo Marino perché questo anno importantissimo non passasse in sordina. Un appello che è stato raccolto. E ora stiamo unendo le forze".