NICOLA PALMA
Cronaca

Angelo della Barona, suora investita e uccisa in bicicletta: pena ridotta per “concorso di colpa”

Suor Claudia Ba’ fu travolta in bicicletta il 18 giugno 2014 dalla 600 bianca guidata da Giuseppe Florido. Verdetto della Corte di Cassazione: “Condannato a due anni e quattro mesi di reclusione”

Suor Claudia Bà insegnava Matematica all’istituto Cocchetti di viale da Cermenate

Suor Claudia Bà insegnava Matematica all’istituto Cocchetti di viale da Cermenate

Quel pomeriggio di metà giugno del 2014, suor Claudia Bà stava pedalando come ogni giorno per raggiungere la chiesa di San Giovanni Bono: ad attenderla c’erano i bambini del centro estivo. L’ultimo tratto in bicicletta prevedeva una scorciatoia: la quarantanovenne di origini bresciane – che insegnava Matematica e Fisica all’istituto Cocchetti di viale Giovanni da Cermenate (il giorno dopo, i suoi allievi iniziarono in lacrime gli esami di maturità) – imboccava il vialetto interno del complesso residenziale di via San Vigilio 33 e "tagliava" sotto i portici per abbreviare il tragitto verso la parrocchia.

All’imbocco della stradina usata anche come parcheggio dai residenti, la bici della religiosa fu travolta dalla Fiat 600 bianca guidata da Giuseppe Florido: suor Claudia venne scaraventata prima sul parabrezza e poi sull’asfalto. Il trasporto d’urgenza al vicinissimo ospedale del San Paolo, distante appena 200 metri, non bastò a salvarle la vita: morì dopo l’arrivo in pronto soccorso, troppo grave il trauma cranico riportato nell’impatto.

L’automobilista, che già all’epoca era invalido e si muoveva con l’ausilio di un paio di stampelle, fu indagato per omicidio colposo: "Non l’ho vista, non mi sono reso conto", disse ai ghisa del Radiomobile. Ora per il settantasettenne Florido, a quasi un decennio di distanza dall’incidente mortale che sconvolse la Barona, è arrivata la sentenza definitiva della Cassazione: i giudici hanno respinto l’ultimo ricorso presentato dal legale del pensionato, rendendo definitiva la condanna a 2 anni e 4 mesi di reclusione.

Una pena che è stata ridotta di 8 mesi rispetto ai 3 anni inizialmente comminati nel primo processo. Sì, perché il 13 gennaio 2022 la Suprema Corte ha annullato con rinvio il verdetto, disponendo un appello bis per valutare "l’eventuale incidenza causale nella verificazione del sinistro della condotta colposa del soggetto ( suor Claudia, ndr) che aveva riportato, a causa del sinistro, le lesioni che ne avevano cagionato la morte".

Proprio sulla scorta di quelle indicazioni, il 25 novembre 2022 i giudici milanesi, stando a quanto emerge dalle motivazioni della Cassazione, hanno ritenuto la condotta della religiosa "imprudente e in contrasto con le prescrizioni cui deve attenersi anche chi vada in bicicletta percorrendo una via che, ancorché privata, sia comunque aperta al pubblico".

Fuori dal legalese: i giudici hanno stabilito che lo schianto costato la vita alla donna è stato provocato da un "concorso di condotte colpose" e fissato per Florido una pena di 2 anni e 4 mesi. Il legale dell’anziano ha comunque presentato un nuovo ricorso alla Suprema Corte per chiedere il riconoscimento delle attenuanti generiche e un’ulteriore riduzione della condanna attraverso l’applicazione di una norma più favorevole all’imputato.

Istanze rispedite al mittente dagli ermellini. Sul primo aspetto, i giudici non hanno ravvisato "vizi" tali da giustificare un nuovo esame della questione. Sul secondo fronte, la Suprema Corte ha spiegato: "L’avvenuta riduzione della pena nella misura di un abbattimento pari a 8 mesi – che corrisponde a un quarto della pena che era stata precedentemente fissata senza che nella determinazione di essa si fosse considerato il fatto che nella dinamica del sinistro stradale un ruolo era stato svolto anche dalla condotta imprudente della vittima del reato – appare per un verso non meramente irrisoria e d’altra parte giustificata dal riferimento operato alla gravità del fatto e alla circostanza, assolutamente non contestata dal ricorrente, che l’imputato fosse soggetto già segnato da “numerosi e rilevanti precedenti” penali".