Aneurisma gigante, salvata dai chirurghi di Niguarda

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Aveva un aneurisma alla carotide di 4 centimetri di diametro, cioè quasi il doppio dei 2,5 che bastano a definire "gigante" questa patologia, "nella quale la parete di un’arteria cerebrale si sfianca e forma un “palloncino” che rischia di esplodere. Spesso gli aneurismi rimangono silenti o vengono scoperti casualmente durante esami per altri problemi; quando si manifestano è perché stanno diventando instabili e il rischio di rottura è altissimo, con esito, purtroppo, spesso letale", spiega Marco Cenzato, direttore della Neurochirurgia dell’ospedale Niguarda dov’è stata salvata Anna (nome di fantasia), una ragazza veneta di 24 anni per la quale un violento mal di testa era stata l’avvisaglia di quella spada di Damocle nella sua testa. Un aneurisma cerebrale gigante e difficile da operare, perché gli specialisti dell’ospedale veneto in cui era stata ricoverata hanno scoperto che la chiusura endovascolare della carotide, cioè la procedura con la quale si interviene in questi casi, nel suo era impraticabile perché gli altri vasi cerebrali non riuscivano a compensarla: durante il test preliminare la ragazza si era trovata temporaneamente paralizzata sul lato sinistro del corpo.

Così i medici veneti si sono rivolti alla Neurochirurgia di Niguarda, uno dei pochi centri in grado di eseguire un intervento così complesso: sette ore per chiudere temporaneamente la carotide, escludere l’aneurisma e ricostruire il flusso corretto nei vasi cerebrali. "Ci siamo avvalsi dell’esoscopio chirurgico – spiega il neurochirurgo Davide Boeris -: una telecamera collegata a uno schermo ad alta risoluzione 4K e in 3D che permette una più alta definizione rispetto al tradizionale microscopio chirurgico". L’operazione è riuscita perfettamente, Anna è stata dimessa dopo 10 giorni senza alcuna conseguenza.

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