Andrea Costantino, l'imprenditore è tornato a casa: "È finito un incubo durato 21 mesi"

Ha fatto rientro ad Arese dopo la lunga e terribile detenzione nel carcere di Abu Dhabi. L’uomo era stato accusato di finanziare il terrorismo

L’imprenditore Andrea Costantino

L’imprenditore Andrea Costantino

Arese (Milano) -  «Mi sembra di vivere in un sogno, ancora non mi sembra vero di essere tornato a casa". Dopo 21 mesi e 3 giorni dall’arresto negli Emirati Arabi e 15 mesi trascorsi nelle carceri di Abu Dhabi, l’imprenditore aresino Andrea Costantino è rientrato in Italia. L’uomo era stato accusato di finanziare il terrorismo dopo che aveva spedito in Yemen un carico di greggio come aiuto umanitario, nonostante avesse il nulla osta degli Emirati. Per questo era stato arrestato il 21 marzo scorso in un hotel di Dubai, dove soggiornava con la famiglia, dopo che era ritornato negli Emirati per rinnovare il visto di residenza in scadenza. Sbarcato a Malpensa Costantino ha potuto riabbracciare la moglie e la figlia e non ha esitato a parlare delle condizioni della sua prigionia che ha definito da una parte infernali per l’impossibilità di comunicare con l’esterno – "Solo sei minuti alla settimana, questo per me ha rappresentato un’angoscia continua" – e dall’altra "allucinanti" per le condizioni del carcere di massima sicurezza di Al Wathba.

«Nella cella per quattro eravamo in 14, senza bagni, per non parlare poi dei topi e del cibo che veniva servito a terra, così come a terra si dormiva con soltanto una coperta". La notizia della sua liberazione l’ha ricevuta all’interno dell’ambasciata italiana, dove dopo la scarcerazione ha atteso la restituzione del passaporto dalle autorità locali. "Andrea sei libero, ti portano in passaporto e puoi partire quando vuoi", ha ricordato Costantino citando le parole dell’ambasciatore Lorenzo Fanara. L’annuncio della liberazione era stato diffuso da Palazzo Chigi con una nota in cui si esprimeva "soddisfazione" e si ringraziava in particolare "il ministro degli Esteri e la rete della Farnesina, i servizi di informazione e sicurezza e le autorità degli Emirati per il buon esito della vicenda".

Da quanto è emerso, una delle fasi più intricate per la liberazione ha riguardato il pagamento di una multa, che le autorità locali avrebbero preteso fosse pagata dallo Stato italiano vista l’impossibilità di Costantino di poter saldare la cifra. Saldo che quindi appare come un prestito di Roma all’imprenditore, che sarebbe stato pari a un milione di dirham, poco più di 250mila euro. Da tempo comunque le autorità e le forze politiche facevano pressione affinché si arrivasse a una soluzione e già nel novembre 2021 l’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio sollevò la questione in occasione di una visita a Dubai per l’Italian Sports Day. Una "moral suasion" proseguita dall’attuale titolare della Farnesina Antonio Tajani. Lo stesso imprenditore lo scorso 11 dicembre aveva lanciato un appello alla presidente del consiglio Giorgia Meloni, "implorandola" di "mantenere le sue promesse e chiedere ai leader degli Emirati di lasciarmi tornare in Italia". 

 

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