
Ancora una rivolta nel carcere minorile Beccaria di via dei Calchi Taeggi
Non c’è pace per il Beccaria. Lunedì sera, il carcere minorile è diventato ancora una volta teatro di disordini provocati dai detenuti. L’ennesima rivolta in un penitenziario da mesi al centro delle polemiche. Stando a quanto riferito dal Sindacato nazionale autonomo della polizia penitenziaria, un gruppo di giovani reclusi avrebbe distrutto arredi e impianti di sorveglianza. Nello specifico, si legge in un comunicato della sigla Sinappe, attorno alle 20, quattro minori si sono rifiutati di rientrare nelle rispettive camere, "avanzando pretese del tutto ingiustificate, tra cui la consegna di sigarette".
Dopo diversi tentativi di mediazione, tutti andati a vuoto, la situazione è degenerata: i detenuti hanno danneggiato gravemente una sezione dell’istituto, "distruggendo luci, telecamere e suppellettili". Due celle sono state devastate "dai soggetti più violenti, anche dopo il loro contenimento". Soltanto alle 23, a più di tre ore dall’inizio delle tensioni, gli agenti sono riusciti a far rientrare l’emergenza, anche grazie "ad alcuni richiamati pur se non in servizio". "Un ruolo decisivo è stato svolto dal personale in missione, a supporto dei giovani agenti recentemente assegnati, non ancora in possesso dell’esperienza necessaria a fronteggiare simili eventi – si legge nella nota del Sinappe –. Molti colleghi sono stati costretti a ricorrere alle cure mediche a seguito delle aggressioni subite: i detenuti si erano infatti armati con pezzi di mattonelle e parti divelte degli arredi distrutti". E ancora: "Questi episodi non possono più essere derubricati come casi isolati - dichiara il segretario generale della sigla Roberto Santini –. Ci troviamo davanti a una sistematica messa in discussione dell’autorità dello Stato all’interno degli istituti penali minorili, dove la carenza di strumenti adeguati e di personale esperto espone i colleghi a rischi inaccettabili. È urgente un intervento normativo e strutturale, che restituisca sicurezza, dignità e strumenti concreti agli operatori della polizia penitenziaria".
L’ultimo precedente del genere risaliva allo scorso 22 aprile, quando il sindacato Sappe aveva denunciato il ferimento di due agenti: "I detenuti – il resoconto dell’epoca da parte del segretario Alfonso Greco – hanno protestato energicamente contro il trasferimento di un ristretto e alla fine a rimetterci è sempre il personale di polizia penitenziaria, che nonostante tutto continua a lavorare al Beccaria con spirito di sacrificio e abnegazione. Un agente è stato infatti ferito al volto da una mattonella lanciatagli contro, presa all’interno della cella, un altro alla mano dopo un morso".
Del Beccaria si era tornato a parlare proprio due giorni fa, poche ore prima della rivolta andata in scena in serata, a seguito della decisione del Tribunale dei minori di affiancare un imam ai due cappellani storici della struttura.