Resta ancora un mistero il caso della donna precipitata dal quinto piano di una palazzina di via Palme 4, a Rozzano, la notte tra domenica e lunedì. Al momento, neppure i filmati delle telecamere della zona stanno aiutando a ricostruire l’accaduto: non ci sono occhi elettronici puntati su quel balcone, né altri che abbiano ripreso la caduta o elementi utili.
In casa con la donna, Ana Paula, trentatreenne di origine peruviana che resta ricoverata in gravi condizioni all’Humanitas, c’era soltanto il compagno, Franklin Joel O.B., ventottenne originario dell’Ecuador. La Procura sta indagando per tentato omicidio. Il nome dell’uomo finirà nel registro degli indagati: un passaggio necessario per eseguire tutti gli accertamenti del caso e riuscire a far luce sulla vicenda. Ai carabinieri di Corsico, l’uomo ha dichiarato che “avevamo bevuto, quella notte. E avevamo anche litigato”. A suo dire, la compagna era uscita sul balcone, poco dopo le 3.30, per “svuotare la vaschetta del condizionatore”.
Ma non ci sono solo le parole dell’uomo: prima di precipitare dal quinto piano, Ana Paula ha provato per due volte a chiamare il 112. Ma entrambe le chiamate erano “mute“, si sentivano solo rumori di fondo. Qualcuno le ha impedito di parlare? La terza chiamata al 112 è arrivata poco dopo dal cellulare di Franklin Joel O.B., che chiedeva aiuto perché la sua compagna era precipitata. Gli inquirenti non tralasciano alcuna ipotesi, dalla caduta accidentale al gesto volontario, senza escludere la spinta altrui.
I due, stando a quanto ricostruito, vivono insieme da 11 anni e hanno una bambina che non era in casa quella notte perché in vacanza con alcuni familiari. Una casa che non sarebbe neppure loro ma assegnata ad altri parenti. Tra i vicini, nessuno si sarebbe accorto di nulla. Intanto, da accertamenti medici, non sarebbero emersi segni di colluttazione: la donna cioè non presenta ferite non compatibili con la caduta, né sulle braccia dell’uomo ci sono segni di graffi o abrasioni (cercati per vagliare l’eventualità di un possibile tentativo di difesa da parte di lei).
La speranza è che la trentatreenne possa riprendersi al più presto. Le sue condizioni restano ancora molto gravi: la donna si trova all’ospedale Humanitas in stato di coma e si spera nel suo risveglio e che possa ricordare quanto accaduto. Il quadro clinico rimane però molto critico.
Ma com’erano i rapporti con il compagno? Non risultano interventi pregressi delle forze dell’ordine per liti o maltrattamenti e alcuni amici descrivono il compagno della vittima come un ragazzo tranquillo. “Non lo frequento spesso, la nostra è un’amicizia saltuaria – racconta un amico di Franklin –, mi viene difficile pensare che sia lui responsabile”. A Rozzano vivono la mamma e altri familiari della donna che lotta fra la vita e la morte in ospedale che sono chiusi in preghiera per la loro congiunta. Tornando al ventottenne: “Un ragazzo a cui piace divertirsi ma nulla di più, come tanti altri ”, racconta un’amica. Poi non si sa mai quello che passa nella testa di ognuno”.