MAURIZIO
Cronaca

Ammortizzatori I miei dubbi sulla riforma

Maurizio

Del Conte*

Sulla riforma degli ammortizzatori sociali firmata dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, c’è stata una prima interlocuzione ma manca però un elemento fondamentale e cioè l’indicazione della spesa. Siccome gli ammortizzatori sociali sono sostanzialmente erogatori di risorse, è difficile fare una riforma senza sapere di quali risorse si può disporre. Sembra che ci si stia avviando verso la ripetizione di un errore antico e cioè quello di considerare gli ammortizzatori sociali un capitolo separato dalle politiche attive.

Io non vedo nel disegno allo stato attuale un coinvolgimento di soggetti, che istituzionalmente si occupano di politiche attive, in un più ampio ragionamento: mi sembra strano che si parli cioè separatamente di politiche attive con Regioni e Anpal per definire i livelli essenziali e il programma Gol (Garanzia di Occupabilità per i Lavoratori) ma che non si faccia un tavolo congiunto dove gli stessi soggetti delle politiche attive partecipano anche alla discussione sugli ammortizzatori.

Così facendo si continua a ragionare nella logica che prima viene erogato l’ammortizzatore e poi si spedisce al centri per l’impiego il percettore. Questo non è efficiente: in Francia o Germania l’ammortizzatore sociale è invece un pezzo delle politiche attive. Da un lato, si dice che bisogna avere degli ammortizzatori che valgono per tutte le imprese anche piccole, dall’altro non si capisce chi deve pagare il sussidio. Evidentemente, se lo Stato deve pagare tutto, diventa un costo insostenibile, ma se si deve far pagare alla piccola impresa un onere ulteriore il costo del lavoro diventa davvero insostenibile per quell’impresa.

*Docente Bocconi

e presidente Afol Met