Amianto, sette anni di battaglia "Quei capannoni sono un pericolo"

Pero, nella fabbrica dismessa di via Sempione non è mai stato fatto nulla. I cittadini tornano a farsi sentire

Amianto, sette anni di battaglia  "Quei capannoni sono un pericolo"

Amianto, sette anni di battaglia "Quei capannoni sono un pericolo"

di Roberta Rampini

"A distanza di sette anni dalla nostra prima segnalazione la situazione di pericolosità dell’amianto negli immobili si è ulteriormente aggravata. Nell’area industriale abbandonata vivono abusivamente anche dei senzatetto. La presenza di questo immobile industriale dismesso è un degrado per l’ambiente e una minaccia per la nostra salute e quella dei nostri figli. Siamo stanchi di aspettare e denunciamo le lungaggini degli enti che dovrebbero intervenire". È questo il senso della lettera sottoscritta da 89 cittadini di Pero e inviata al Comune, Ats Milano e al custode giudiziario dei capannoni del comparto industriale di via Sempione 251, per chiedere, per l’ennesima volta la messa in sicurezza e bonifica dell’immobile. La loro prima segnalazione è datata marzo 2016, l’ultima aprile 2023, in mezzo c’è stato un ampio scambio di lettere tra Comune e cittadini, ma anche "una determina di rimozione e smaltimento dei manufatti contenenti amianto" datato 1° settembre 2017 che non è mai stato rispettato. Ma ora i cittadini di via Risorgimento e di altre strade, in appartamenti con vista sull’amianto sono davvero stanchi e hanno sottoscritto una petizione per raccontare quello che nel frattempo è successo in questi anni, "c’è un’apertura sul tetto che ogni giorno si allarga lasciando che si disperdano nell’ambiente circostante particelle di amianto che i cittadini sono costretti a respirare". E sollecitare un intervento. "Per molti anni abbiamo dovuto subire la presenza di questa fabbrica che ha garantito profitti ai suoi proprietari i quali, al termine del suo ciclo produttivo, l’hanno lasciata in stato di abbandono, al degrado del tempo - recita la lettera -. Denunciamo l’inerzia degli enti preposti che mai si sarebbero mossi in assenza della segnalazione dei cittadini. Denunciamo le gravi conseguenze per la nostra salute delle procedure burocratiche che mettono al riparo impiegati e funzionari di questi enti dal rispondere delle loro responsabilità personali, il silenzio dell’Ats (Agenzia di tutela della salute) che invece non tutela la nostra salute, ma si limita a delegare gli enti locali. Chiediamo che venga al più presto inviato un tecnico incaricato per un sopralluogo che valuti lo stato attuale delle coperture in amianto e che Ats verifichi la condizione di salute dei cittadini che vivono accanto al comparto industriale dismesso e accerti eventuali situazioni di malattia o morte conseguenti alla presenza di amianto nel sito". Una tirata d’orecchie dei cittadini a tutti gli enti che in questi sette anni non hanno fatto nulla.

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