Morti per amianto alla Scala: chiesta condanna di 4 ex dirigenti e consulenti del teatro

Non avrebbero provveduto al censimento, alla bonifica e alla messa al bando della sostanza letale

Pericolo amianto

Pericolo amianto

Milano, 27 novembre 2020 - Il pm di Milano Maurizio Ascione ha chiesto 4 condanne a pene comprese tra i 2 anni e mezzo e i 7 anni di reclusione nei confronti di ex dirigenti ed ex consulenti del Teatro alla Scala nel processo con al centro l'accusa di omicidio colposo in relazione a casi di lavoratori morti per la presenza in passato, secondo l'accusa, di amianto al Piermarini, prima delle bonifiche.

In particolare, il pm ha chiesto 7 anni di carcere per Giovanni Traina, imputato per tutti e 5 i casi di decessi per mesotelioma pleurico e che dal 28 maggio 1987 fu referente del Centro Diagnostico Italiano e successivamente, con la Società di Prevenzione, consulente esterno del Teatro in materia di igiene e sicurezza. Cinque anni, invece, sono stati chiesti per Carlo Fontana, che fu sovrintendente della Scala dal primo ottobre 1990 al 24 febbraio 2005. Secondo le indagini, gli imputati non avrebbero provveduto al censimento, alla bonifica e alla messa al bando della sostanza letale, così come previsto dalla legge del 1992, non impedendo che lavoratori e artisti della Scala venissero a contatto con le polveri di amianto disperse nell'aria per via di impianti, macchinari e isolanti temici.

"In uno fra i 10 più importanti teatri del mondo - ha detto il pm nella requisitoria - non vi era mai stata una valutazione del rischio amianto, né un programma qualificato su questa tematica". Il pm ha chiesto 2 anni e mezzo per Franco Malgrande, direttore tecnico dal 1994 e poi direttore dell'allestimento scenico. E 3 anni e mezzo per Maria Rosaria Samoggia, alla direzione affari generali dal 1991 al 1996. Nel novembre 2016, invece, in udienza preliminare erano stati prosciolti "per non avere commesso il fatto" i quattro ex sindaci di Milano Carlo Tognoli, Paolo Pillitteri, Giampiero Borghini e Marco Formentini, finiti imputati per omicidio colposo e lesioni colpose gravissime. 

"La presenza di amianto nel teatro - ha detto ancora il pm - è stata riscontrata anche molto di recente, pure dopo il 2004, e quindi dopo la bonifica". Nonostante "le tante specifiche figure che concorrevano nell'organigramma, dalle figure di vertice ai consulenti - ha spiegato - è stata accertata l'assenza di valutazione del rischio amianto". Il pm ha anche parlato della cosiddetta «pattona», ossia una parte del sipario, «una 'bestia' di 16 metri, un doppio strato verticale, sia lato artisti che spettatori, con amianto su tutti i due lati, un rischio per operai manutentori e artisti». E ha ricordato: «Un teste ci ha detto che 'c'era polvere nera ancora nel '98'». Il pm ha chiesto al giudice della nona penale Mariolina Panasiti di non concedere le attenuanti generiche agli imputati dai quali non è arrivato "alcun risarcimento" alle famiglie delle vittime. Prossima udienza il 29 gennaio e parola alle parti civili.

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