L'INIZIATIVA DEL GIORNO L'Ambrogino ai ferrovieri: «Stop terrore sui binari. Sala operativa per garantire più sicurezza»

Ferrante (Fit-Cisl): «Sì all’Ambrogino ai ferrovieri» di Gabriele Moroni FIRMA ANCHE TU LA NOSTRA PETIZIONE

Il treno su cui viaggiava Carlo Di Napoli, nel riquadro a sinistra, con il collega Riccardo Magagnin

Il treno su cui viaggiava Carlo Di Napoli, nel riquadro a sinistra, con il collega Riccardo Magagnin

SONO ARRIVATE a 330 le firme di sostegno alla iniziativa del Giorno per l’assegnazione della Benemerenza civica, l’Ambrogino d’oro, a Carlo Di Napoli e Riccardo Magagnin, i due ferrovieri aggrediti con un machete da una banda di latinos lo scorso 11 giugno, alla stazione di Villapizzone. Carlo Di Napoli, dopo avere rischiato di perdere un braccio, quasi amputato da un colpo del machete, nei giorni scorsi è stato nuovamente ricoverato e operato. Una grande risposta di consenso e di solidarietà sta arrivando non solo ai due giovani ferrovieri ma a tutta una categoria, quella del personale viaggiante delle ferrovie, che spesso si trova a svolgere il proprio lavoro in condizioni di disagio e di pericolo come testimoniano anche episodi episodi recenti. La comunità civica dice il suo «grazie» a Carlo  e Riccardo. E continuerà a dirlo attraverso Il Giorno.

Milano, 30 settembre 2015 - Una vita per i treni, fra i ferrovieri, impegnato in lotte spesso dure. Francesco Ferrante è il segretario della Fit Cisl della Lombardia.

Ferrante, l’iniziativa del Giorno per la Benemerenza civica ai due ferrovieti aggrediti con un machete riceve continui consensi. «Il Giorno ha preso una iniziativa importante, anche perché dà un contributo fondamentale sul tema società e sicurezza. Bisogna fare capire alla gente che ci sono le istituzioni, le aziende, la società civile: che non viviamo in una terra di nessuno». Cosa si sta facendo per la sicurezza a bordo treno? «A seguito di questo drammatico episodio, Regione Lombardia e Trenord hanno sottoscritto un accordo sulla sicurezza che sta iniziando a dare dei risultati. Vanno aumentati e implementati».

Quali? «E’ nata una cabina di regia per monitorare i disservizi legati a criminalità, atti vandalici, offese al personale sui treni. Viene effettuata un mappatura che prima non esisteva».

Con anche possibilità di intervento? «Come sindacato abbiamo chiesto a Regione e Trenord che, coinvolgendo anche Rete Ferroviaria Italiana, venga messa a sistema una sala operativa per i passeggeri e per il personale. Lo chiediamo e lo chiederemo con forza, con insistenza. Non possiamo fare viaggiare un poliziotto o un vigilante su ognuno dei 2.400 treni che si spostano ogni giorno in Lombardia. Allora, un sistema videosorveglianza con una cabina centrale aiuterebbe tutti, azienda, forze dell’ordine, personale, viaggiatori. La polizia oggi è in grado di intervenire se si verifica qualcosa nella metropolitana. Per i treni pensiano a una linea della metropolitana più in grande».

Altri possibili interventi? «I controllli agli accessi. Alla Stazione Centrale sono serviti a ridurre un po’ gli scippi. Si dovrebbe fare lo stesso nel Passante. I controlli agli accessi, oltre a essere un deterrente alla criminalità, servirebbero da contrasto ai “portoghesi“ e quindi a un recupero di risorse finanziarie».

I vigilantes? «Non sono armati. Non possono svolgere azioni di polizia. Però la loro presenza fa prevenzione. Alcune tipologie di reati sono sparite o tendono a sparire. La gente, a quanto sento, è soddisfatta della presenza. I vigilantes vanno bene. Un altro aspetto da affrontare con l’azienda, le istituzioni, le parti sociali, le associazioni di volontariato, è quello di evitare che i treni fermi di notte nelle stazioni si trasformino in bivacchi di senzatetto».

Le risorse per tutto questo? «Possono essere recuperate eliminando sprechi che ci sono. Per esempio, applicando prassi trasparenti e certificate e rimuovendo ogni eccesso di spesa. C’è un altro punto importante. L’Italia ha una rete ferroviaria. La Lombardia ne ha di fatto due, i binari gestiti da Rfi per la parte nazionale e quelli delle Nord. E’ anti-economico. La politica deve intervenire per creare un unico contenitore al posto dei due di oggi, che impattano negativamente sulle spese e sulle regole». gabriele.moroni@ilgiorno.net

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