
"I cittadini di Pero hanno già versato un tributo sostanzioso sull’altare di impianti industriali di trattamento dei rifiuti, tangenziali, autostrade e altre fonti di inquinamento. Ora basta, non vogliamo l’impianto per il trattamento della Forsu (frazione organica dei rifiuti solidi urbani) e chiederemo che la Valutazione d’impatto ambientale prenda in considerazione la nostra contrarietà". I comitati Copernico e Salute Pero dichiarano guerra all’impianto che il gruppo Cap vorrebbe realizzare nell’area del depuratore di Pero.
I due comitati, attivi da anni sul territorio in difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini, da giorni stanno distribuendo un volantino per informare e sensibilizzare i cittadini e domenica 24 saranno presenti all’evento Pero in festa con un banchetto sul Sempione per raccogliere le firme dei cittadini in calce alle osservazioni che presenteranno nell’ambito della Via. Il progetto è noto: nell’area del depuratore Cap Holding vuole costruire un impianto di trasformazione in energia degli scarti umidi e agro-alimentari pari a un massimo di 25mila tonnellate all’anno per i rifiuti liquidi agroalimentari e 40mila tonnellate all’anno per quanto riguarda la Forsu. "Questo significa che i rifiuti saranno trasportati da oltre un centinaio di camion al giorno – spiegano –. Il tutto si aggiunge al fatto che da 7 anni sopportiamo molestie olfattive e che il problema non è ancora stato risolto, e alla presenza del depuratore che dal 2014 riceve anche i reflui fognari che prima erano gestiti dal depuratore di Varedo. Ne arrivano a 155mila metri cubi al giorno, provenienti dai Comuni del nordovest milanese".
L’elenco si allunga con l’aggiunta di Silla 2, "questo impianto di incenerimento dei rifiuti tratta e brucia fino a 550mila tonnellate l’anno di rifiuti con il continuo viavai di camion in entrata e in uscita". Ma ci sono anche il vecchio Silla 1, impianto di trasferimento di rifiuti organici e trattamento terre di spazzamento di Milano e di una quindicina di Comuni, il fiume Olona che, nonostante i depuratori, periodicamente è fonte di cattivi odori. E tutt’intorno c’è una fitta rete viaria, dall’autostrada A4 alle tangenziali, su cui transitano ogni anno milioni di auto e camion.
"La superficie del nostro Comune è consumata per l’84% circa, (dieci anni fa era il 75%), ben oltre il limite necessario della ‘rigenerazione’ naturale – spiega Alberto Panigutti del gruppo Copernico –. Nessun piano industriale, per quanto vantaggioso economicamente ed energeticamente può prevalere sul diritto alla salute dei cittadini". I comitati cittadini chiederanno che nell’iter di valutazione d’impatto ambientale non solo vengano rispettati gli standard tecnici, "ma soprattutto applicato il principio di precauzione e che si dia la priorità assoluta alla salute e alla qualità della vita delle persone che vivono e lavorano in quest’area".
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