Alberto Genovese condannato, tre vite ridotte in macerie: la fidanzata e le sue prede

La complice cerca un nuovo destino a Roma, le due ragazze a caccia di un equilibrio

Alberto Genovese

Alberto Genovese

Milano - ​In questa storia maledetta in cui si mescolano violenza, droga, soldi, sopraffazione, "aberrazioni condivise" da aspiranti modelle e stelline già spente, ci sono tante vittime. La prima, la più devastata dalla trappola di Alberto Genovese, l’ex nerd, il secchione diventato “mister 200 milioni“ che poi perde il filo della sua vita perché non sa gestire ricchezza e successo, è la 18enne aspirante influencer. La giovane promessa che voleva calcare le passerelle e diventare qualcuno nel mondo della moda, finisce sulla strada sbagliata. Quella che sembra una scorciatoia per il successo: feste, gente che conta, case belle vista Duomo in cui entri solo se sei “vip“, chef stellato a domicilio, è invece, la strada per l’inferno. Così la 18enne sedotta dalle avance di Genovese diventa la sua preda. Venti ore legata al letto a subire violenze, torture di ogni genere. Riuscirà a fuggire solo la mattina dopo, nuda insanguinata, senza scarpe.

Lui, l’ex bocconiano diventato un mostro, gliele getta dalla finestra sulla piazza, insieme a una banconota da duecento euro. Ultimo sfregio in una vita che è già devastata in modo irreparabile. Oggi, a distanza di due anni, la giovane, ora ventenne, ha abbandonato il sogno di calcare le passerelle, ha una grave invalidità che le impedisce di condurre una vita normale. Non lavora più, fatica ad uscire di casa. "Sta entrando in un programma di riabilitazione – spiega il suo avvocato Luigi Liguori – che attraverso l’ipnosi l’aiuterà a combattere la grave sindrome da stress post-traumatico".

Stessa strada, stesso destino per l’altra ragazza, la 23enne stuprata a Ibiza, nelle stanze di Villa Lolita. Per tre giorni la giovane resta tra le grinfie di Alberto, "Albe", lo chiama mentre lo supplica di smettere. Ma entrambi hanno bevuto e si sono drogati tanto. Non sanno più quando è mattina e quando è sera. Lei la troveranno in casa, sola, a letto, in stato di semincoscienza due amiche. "Albe" se ne è già volato via con un jet privato per tornare a Milano. Oggi la 23enne sta cercando lentamente di riconquistare una normalità. Ha ricominciato a studiare ed è fuggita via da Milano.

Sarah Borruso, l’ex fidanzata ventenne di Genovese, è vittima e carnefice insieme. "Io lo amavo, pensavo di avere un posto speciale nel suo cuore. Assecondavo i suoi desideri sessuali estremi e il sesso a tre. Non era una cosa che partiva da me. Ma avevo paura di perderlo, lui minacciava di lasciarmi e mi diceva che sarebbe tornato con la sua ex, che sessualmente lo assecondava di più...Poi lui sapeva stupirmi. Mi diceva: ti porto a Parigi, dai usciamo, non prendere la valigia, ti compero tutto là". Anche nel momento dell’arresto la Borruso ha cercato di aiutarlo, completamente manipolata da lui, l’ex bocconiano con la faccia da bravo ragazzo. In questi due anni, in attesa della sentenza, si è trasferita a vivere a Roma, dove ha fatto la cameriera in un bar, lontano anni luce da quel mondo placcato d’oro che l’aveva così attratta. Ora però quell’abnegazione di lei nei confronti di Genovese si è trasformata in odio. Nessuna parola e nessuno sguardo fra i due in udienza. O meglio, le parole di lui. "Non mi interessa più nessuno che ha fatto parte di quel mondo malato. Voglio cambiare vita. Nessuno ci teneva veramente a me, nessuno mi voleva veramente bene". La Borruso, a dire il vero, quell’“amore“ lo pagherà caro: due anni e mezzo di carcere.

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