Alberi, a Sesto la carica dei 505. Ma per gli ambientalisti moriranno entro l’estate

Il Comune sta piantando 305 essenze nelle oasi verdi e altre 200 sui viali. L’obiezione: considerata la siccità, l’operazione andava fatta in autunno.

A Sesto si stanno piantando 505 nuovi alberi

A Sesto si stanno piantando 505 nuovi alberi

Sesto San Giovanni (Milano) – In questi giorni il Comune sta piantando 505 nuovi alberi in tutta la città, ma residenti e ambientalisti non festeggiano: periodo sbagliato, esemplari non autoctoni, piano delle irrigazioni insufficiente che rischia di replicare la moria di piante che si è avuta lo scorso anno.

Gli operai sono al lavoro tra il Parco della Bergamella e il Parco Marx-Cantore, mentre un altro carico di alberi sarà messo a dimora in altre aree verdi, giardini e strade di Sesto. Nei polmoni verdi urbani andranno 305 piantumazioni. In particolare, si stanno inserendo 198 alberi al Parco della Bergamella, lungo il fianco della nuova pista ciclabile: si tratta di pioppi cipressini e gelsi con la creazione di un impianto di irrigazione dedicato. Al parco tra via Marx e via General Cantore ne andranno altri 107: in questo caso sono aceri campestri, carpini, faggi, frassini, querce e olmi, sempre con impianto di irrigazione. Infine, in città saranno messe a dimora 200 piante autoctone: "Si tratta in parte di nuove piantumazioni e in parte di sostituzioni di piante non attecchite o abbattute per ragioni di sicurezza", spiegano dal Comune. "Sesto è sempre più verde – ha commentato il sindaco Roberto Di Stefano, con tanto di attrezzi in mano –. Stiamo lavorando per rendere Sesto una città sempre più green, fruibile e sostenibile. Per raggiungere questo obiettivo, continuiamo a prestare massima attenzione alla cura delle nostre aree verdi urbane".

Eppure fioccano le critiche, riassunte in una battuta del gruppo ambientalista Sesto Male: "Dopo Forestami lanciamo anche innaffiami". Quasi un’intera batteria di piante, messe a dimora lo scorso anno sempre alla Bergamella, non ce l’ha fatta a sopravvivere. "Spesso non scelgono esemplari autoctoni, come i ciliegi, ma specie che hanno bisogno di molta acqua. Peccato che di cisterne in giro non se ne siano mai viste". I residenti di Cascina Gatti queste operazioni le hanno viste ciclicamente. "Malgrado lo sfacelo delle piantumazioni avvenute nello stesso periodo lo scorso anno non si è pensato di rimandare queste a dopo l’estate. Va bene tagliare gli alberi malati, ma la siccità impone di ripensare alcune consuetudini". Le scommesse sono aperte. "Questi nuovi sostituiscono a malapena quelli seccati lo scorso anno: anche stavolta i due terzi entro fine estate saranno morti".

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