Al tramonto, festa post digiuno: "Condividiamo cibo e pensieri"

Via Palmanova: “iftar“ offerto ai cittadini da Progetto Aisha, rete di trenta volontari

Al tramonto, festa post digiuno: "Condividiamo cibo e pensieri"

Al tramonto, festa post digiuno: "Condividiamo cibo e pensieri"

di Marianna Vazzana

Le tavolate riempiono il piccolo spazio di un ex negozio tra via Palmanova e via Cesana. Le persone attorno si stringono ma paradossalmente è come se tutto si allargasse: i cuori, i sorrisi. "Per la prima volta abbiamo voluto condividere con tutti l’iftar, che è il pasto serale con cui si interrompe il digiuno quotidiano nel mese di Ramadan" spiega Amina Al Zeer, italo-palestinese presidente di Progetto Aisha nato nel 2016 per contrastare la violenza e la discriminazione contro le donne. La rete di una trentina di volontari, tra cui avvocati e psicologi, è a disposizione. E il quartier generale è in questa stanza affacciata sulla strada, parte di un palazzone del Comune gestito da MM, giovedì trasformata in un luogo conviviale, di festa. Aperto a tutti, indipendentemente dalla religione professata. "Anzi, cerchiamo proprio la condivisione, di coltivare uno scambio", dice Al Zeer. Grazie al passaparola fisico e on line sono arrivati milanesi (soprattutto donne, ma anche qualche uomo) incuriositi, da più quartieri. "Chi non è musulmano – spiega Selma Ghrewati, siriana, la vicepresidente – spesso riduce il Ramadan a un semplice “digiuno“ ma è molto di più: è dedicarsi alla propria spiritualità, allontanarsi dalle cattive abitudini, trasformare l’amore in azione. Il digiuno aiuta anche a comprendere la sofferenza dell’altro". Così, la sera, il mangiare insieme assume un altro significato. Giovedì, per l’occasione, è stato servito un piatto unico con riso, verdure, mandorle tostate e arachidi, oltre a pasta sfoglia con carne macinata, pane croccante e dolci".

Tra i commensali la ventunenne Alessia Villa, volontaria, laureata in mediazione linguistica: "Mi piace essere qui, c’è un clima molto familiare". Dal Gallaratese Michele Buzzi, di 71 anni, in compagnia della moglie: "Questo pasto non è solo un momento conviviale, ci fa riflettere sul senso di stare insieme, uguali seppure nelle diversità". Anna Vecchiuti, della zona Loreto, fa sapere di essere approdata in via Palmanova "grazie al passaparola. È il mio primo Iftar e sicuramente è un’esperienza da ripetere".

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