"Aiuto i profughi a ritrovare fiducia"

Giorgia Giovanardi di Sipem Sos Lombardia racconta l’“intensa esperienza“ nel centro di Ugovizza

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di Alessandra Zanardi

Ci sono anche gli psicologi di Sipem Sos Lombardia tra i professionisti-volontari presenti a rotazione nel centro di accoglienza per i profughi a Ugovizza, località del Friuli Venezia Giulia che costituisce un primo punto di approdo per chi scappa dagli orrori della guerra in Ucraina e raggiunge il nostro Paese dopo un viaggio di migliaia di chilometri. Anche Giorgia Giovanardi, milanese, giovane psicologa e psicoterapeuta in formazione, da inizio anno affiliata al gruppo degli psicologi delle emergenze con sede a Melegnano, ha fatto parte di una delle équipe di sostegno che si alternano sul posto con frequenza settimanale e sono coordinate dalla Protezione civile. "Un’esperienza intensa dal punto di vista umano e professionale": così la 26enne definisce la recente trasferta con un gruppo di esperti composto anche da mediatori linguistici e assistenti sociali.

"C’erano tante donne, sole o con bambini. È arrivato un pullman carico di minori senza parenti al seguito, destinati a famiglie che già li avevano ospitati in passato per un progetto di scambio culturale. C’erano anche alcuni uomini, che forse hanno potuto espatriare perché considerati inabili alla leva". Con un’attività di primo ascolto supportata dai mediatori linguistici, si è cercato di gestire "lo stress legato non solo alla guerra, ma anche al lungo viaggio. Molti dei profughi esprimevano forte preoccupazione per i familiari in Ucraina, mariti e fratelli rimasti a combattere". "Si è cercato d’individuare risorse e fragilità, d’infondere fiducia, per quanto possibile, nelle politiche di accoglienza – prosegue la psicologa –. Abbiamo anche spiegato aspetti pratici, ad esempio come raggiungere la Prefettura". "Molte di queste persone hanno espresso gratitudine per il Paese che le ospita e anche per questa prima attività di supporto psicologico: tutto questo è per i profughi? chiedeva qualcuno, quasi incredulo". Ora l’augurio è che il sostegno "non riguardi solo la fase emergenziale, ma diventi strutturale e continuativo: in prospettiva, queste persone andranno aiutate a trovare un alloggio e un lavoro, a ritagliarsi una loro dimensione".

Intanto, anche a livello locale proseguono le attività di aiuto, accoglienza e solidarietà, a favore degli ucraini, organizzate da privati, Comuni, associazioni, comitati e parrocchie.

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